Valditara caro, l’antifascismo non è un’opinione!
L’antifascismo non è un’opinione: l’antifascismo è un dovere.
18 febbraio: sei ragazzi di Azione studentesca pestano violentemente due studenti del liceo Michelangelo di Firenze, appartenenti al Collettivo. Il pestaggio ha chiaramente matrice fascista ed è un atto violento e intimidatorio, su cui la Digos e la Procura di Firenze hanno aperto un’indagine.
21 febbraio: la preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze Annalisa Savino indirizza una lettera a studenti, genitori e personale Ata della scuola che dirige. È una lettera di denuncia, di monito non solo contro i fascisti, ma anche contro gli indifferenti, contro il silenzio colpevole di chi non si schiera, di chi non si indigna, di chi lascia margine alla violenza.
Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti.
23 febbraio: a cinque giorni dal pestaggio il governo tace sull’accaduto, la nostra Presidente del Consiglio, che ha speso parole persino per chiarire quale articolo tra il maschile e il femminile preferisse abbinato al suo ruolo, non ha trovato il tempo o le parole per condannare, anche solo timidamente, quanto subito dai due studenti del Collettivo di Firenze. Ma una voce finalmente si leva squillante dalle parti del governo in carica: Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, nella più che opportuna sede di Mattino 5, interviene sulla lettera della preside Savino. Si, proprio così: sulla lettera, non sul pestaggio, proprio sulla lettera della Preside di Firenze.
È una lettera del tutto impropria mi è dispiaciuto leggerla non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il nazismo.
Valditara poi, a conferma del fatto che in Italia non c’è una deriva violenta, che il fascismo non è una minaccia, che il loro programma non ha nulla a che fare con il fascismo o con il nazismo, ciliegina sulla torta chiosa con una bella intimidazione rivolta alla Preside.
Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure.
I fatti, in estrema sintesi sono questi. Ora, spiegato per sommi capi l’accaduto, è il caso di fare alcune doverose domande. Caro il nostro Valditara, ministro della nostra Repubblica, come è possibile che il suo, che poi è anche il nostro, governo ha trovato necessario e urgente intervenire con tempestiva e severa chiarezza sulla minaccia costituita da un cantante ai più sconosciuto che portava in gara a Sanremo una canzonetta a mala pena orecchiabile e non ha invece avuto modo di esprimersi su un fatto grave, violento e inaccettabile come un pestaggio di chiaro stampo squadrista?
Caro il nostro Valditara, ministro della nostra Repubblica, come è possibile che un atto squadrista non appaia ai suoi occhi come un pericoloso déjà-vu fascista? Come è possibile, viceversa, che lei abbia ritenuto impropria e scivolosa la lettera di una preside che parla di antifascismo. Tanto impropria e scivolosa da tentare di soffocarla con lo strumento dell’intimidazione. Caro il nostro Valditara, ministro della nostra Repubblica, come è possibile che a distanza di decenni dalla stesura della nostra Costituzione, si consideri l’antifascismo ancora un gesto politico e strumentale e non invece un atto dovuto e necessario?
Costituzione – Disposizioni transitorie e finali
E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.
Caro il nostro Valditara, ministro della nostra Repubblica, una risposta gliela diamo noi: l’antifascismo non è un indirizzo politico, uno strumento di lotta tra partiti, un orientamento pericoloso da tenere lontano dalla portata degli studenti. L’antifascismo è un principio sancito dalla nostra Costituzione e perciò sacrosanto e inviolabile. L’antifascismo non può essere condannato come un atto politico e perciò osteggiato, a meno che a condannarlo e osteggiarlo non siano i fascisti stessi.
Caro il nostro Valditara, ministro della nostra Repubblica, è proprio per questo tipo di silente propaganda che le idee si fanno confuse, opache e traballanti: è proprio da questo che si comincia e si arriva poi a rifiutarsi di cantare Bella ciao, nell’imbarazzante equivoco che questa sia una canzone “politica”, che si arriva a tollerare certi toni, certe parole, certi messaggi, che si arriva a pestare gente tra l’indifferenza di altra gente.
Caro il nostro Valditara, ministro della nostra Repubblica, ci rifletta sulle parole dette e magari anche su quelle non dette.
Valentina Siano
Leggi anche: Il fiore del partigiano: le conquiste della Resistenza e la voce di chi l’ha vissuta