Chi era veramente Lidia Poët?
A febbraio è sbarcata su Netflix la serie tv “La legge di Lidia Poët”, che racconta le vicende della prima donna iscritta all’albo degli avvocati in Italia. Ma chi era veramente Lidia Poët?
Con protagonista Matilda De Angelis, la nuova serie Netflix ispirata alla sua storia ci porta alla scoperta della straordinaria Lidia Poët, ufficialmente riconosciuta come “prima donna ad entrare nell’Ordine degli avvocati in Italia”.
Lidia nacque in Piemonte nel 1855 e si laureò in Giurisprudenza nel 1881. Due anni dopo, in conseguenza del regolare esame di abilitazione, fu in grado di esercitare ufficialmente la professione forense. Per sfortuna, però, Lidia ebbe la sventura di nascere in un periodo storico diverso dal nostro, in cui le donne erano relegate alle mansioni domestiche. La figura dell’avvocato era obbligatoriamente rappresentata da un uomo, mentre le donne venivano giudicate in base al loro sesso di appartenenza, tralasciando i loro meriti.
Gli interessi femminili erano giudicati troppo futili e superficiali per adattarsi alla complessità del contesto forense. Alle donne non veniva, purtroppo, nemmeno data la possibilità di dimostrare il proprio potenziale. Per questo motivo, l’iscrizione di Lidia all’albo degli avvocati venne resa nulla, impedendole di esercitare la professione.
Per tutta la vita, Lidia dovette accontentarsi di aiutare il fratello, anche lui avvocato. Si dovette aspettare fino al 1919, quando una legge permise finalmente anche alle donne di esercitare le professioni pubbliche. In questo modo, Lidia Poët realizzò il suo sogno di diventare ufficialmente un’avvocata solo a 65 anni. La lotta di Lidia, che ha combattuto tutta la vita per un accesso equo alla professione che tanto desiderava professare, si riflette nelle scene della serie Netflix “La legge di Lidia Poët”.
Proprio questa serie ha contribuito ad accendere i riflettori su questo personaggio, portando a galla però anche alcune precisazioni storiche ed una polemica. Un’avvocata di Trani ha, nei fatti, scritto una lettera pubblica indirizzata a Netflix in cui sottolinea come la prima avvocata d’Italia sia in realtà un’altra donna: Giustina Rocca. Secondo i dati storici, questa avvocata sarebbe nata a Trani, all’incirca nel Quattrocento.
Non ci sono molti documenti riconducibili a questa figura, che però è rimasta nella storia. Anche e soprattutto poiché, oltre ad essere probabilmente la prima avvocata in Italia, sarebbe anche la prima avvocata al mondo. La sua figura avrebbe addirittura ispirato Shakespeare per la creazione del personaggio di Porzia di Belmonte nell’opera “Il Mercante di Venezia”. Nell’opera teatrale, Porzia si finge un avvocato in tribunale, vincendo un processo. Giustina Rocca, essendo vissuta secoli prima della nascita di Lidia Poët, avrebbe quindi tutto il diritto di essere ricordata per il suo primato. Bisogna precisare, comunque, che ciò non toglierebbe nulla al valore di Lidia, che rimane un importantissimo simbolo di emancipazione femminile.
Le polemiche che hanno seguito la serie tv non si sono fermate qui, però. Infatti, alcuni discendenti diretti dell’avvocata Poët hanno criticato aspramente la storia raccontata da Netflix, definendola fin troppo romanzata e piena di inesattezze storiche. Nonostante tutte queste polemiche, è importante sottolineare come questa serie tv stia avendo moltissimo successo, in Italia come all’estero. La figura storica da cui trae ispirazione merita di essere ricordata, in qualsiasi forma lo si voglia fare. Inoltre, un successo tale mostra il crescente potenziale delle produzioni cinematografiche italiane, in grado di tenere incollato il pubblico allo schermo.
Stefania Berdei
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