Italia: nuovo disegno di legge sul congedo mestruale
Dopo 7 anni dall’abbandono del ddl, finalmente la situazione sembra smuoversi anche in Italia.
A pochi giorni dall’entrata in vigore del congedo mestruale in Spagna, anche l’Italia ha finalmente portato nuovamente sul tavolo l’argomento.
Molte donne soffrono di dismenorrea, termine tecnico per indicare un’alterazione mestruale con conseguenti dolori nella zona addominale e pelvica. Una parte di donne è inoltre impossibilitata allo svolgimento delle azioni quotidiane a causa di questi forti dolori.
Il dolore si presenta massimo entro 24 ore dall’inizio delle mestruazioni, ma in alcuni casi può precederle di uno o due giorni.
Tra i sintomi riportati vi sono: mal di schiena, stanchezza, nausea, giramenti di testa e purtroppo anche svenimenti, forti fitte addominali e vomito.
Al di fuori dell’Europa la legge esiste già in molti paesi. Primo tra tutti il Giappone, che già nel 1947 introdusse la possibilità di un numero illimitato di giorni di congedo mestruale, anche se non retribuiti. A seguire anche Indonesia, Taiwan, Corea del sud ed altri, in modo più o meno paritario.
In Italia un ddl in merito era già stato presentato nel 2016, ma per evidente disinteresse dalla parte maschile, venne abbandonato.
Di fronte a una tale carenza legislativa, la popolazione si è mossa da sé.
A Ravenna, l* student* del liceo artistico Nervi Severini hanno ottenuto la modifica del regolamento scolastico 2023, permettendo alle studentesse affette da dismenorrea di poter usufruire di due giorni di assenza giustificata da certificato medico, da presentare a inizio anno.
Lo stesso fece nel 2022 l’azienda veneta Ormesani, riconoscendo il congedo mestruale retribuito di un giorno al mese senza necessità di certificato medico. L’azienda ha inoltre introdotto distributori di assorbenti nei bagni aziendali gratuiti.
È stato dunque presentata, dopo tanta attesa ed evidente necessità, la proposta di legge dell’alleanza Verdi-Sinistra italiana su iniziativa delle deputate e dei deputati Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari e Zaratti.
Il ddl si articola di tre punti.
Il primo prevede per le studentesse due giorni di congedo mestruale al mese previa presentazione di certificato medico.
Il secondo, legato al mondo del lavoro, garantisce due giorni al mese di congedo mestruale con 100% di retribuzione garantito, in presenza di certificato medico. Non si fanno discrimini sulla base del tipo di contratto.
Il terzo articolo si occupa della possibilità di ricevere gratuitamente la pillola anticoncezionale prescritta proprio per alleviare i dolori.
Non mancano pareri contrastanti sulla legge.
Secondo la controparte, rimanere a casa non è una soluzione definitiva alla problematica, è necessario che questo disegno di legge porti a percorsi diagnostico-terapeutici che aiutino la donna e sanino la complicazione per quanto possibile.
Si deve inoltre evitare un ulteriore calo dell’assunzione delle donne per questa ragione. In alcuni paesi dove questa legge è in vigore, spesso le donne non sfruttano tale opportunità onde evitare discriminazioni.
Il problema qui però sta alla base: un mondo dove la salute viene considerata più importante della produttività sfrenata non è e non deve più essere un’utopia.
Non siamo delle macchine, ma degli esseri umani. Eppure abbiamo costruito un mondo incompatibile coi nostri bisogni primari e questo non vale solamente per le donne.
L’acqua è imbevibile perché inquinata, le temperature medie si sono sensibilmente alzate e giusto da pochi giorni è stata data la notizia della pericolosità dell’aria nelle grandi città italiane dovuta alle polveri sottili.
Questo non è un semplice disegno di legge. È parte di una vera e propria rivoluzione culturale.
Sofia Seghesio
Leggi anche: Ci siamo passate tutte, sull’orlo del pre… giudizio