La testa che va a fuoco: è il burnout
Sei giovani lavoratori su dieci soffrono di esaurimento da burnout e pressioni. Ma cos’è la sindrome da burnout?
Il dato chiaramente allarmante arriva da un sondaggio condotto dall’Osservatorio Wellfare, una piattaforma di ascolto diretto creata dal Consiglio nazionale dei giovani, su un campione di 300 soggetti dai 15 ai 35 anni, di diversa estrazione socio-culturale.
Sarebbero, dunque, 6 su 10 i lavoratori che lamentano i sintomi chiari di quello che viene più banalmente e comunemente definito stress, ovvero quella pressione che deriva da un sovraccarico lavorativo, da un eccessiva e continuativa connessione legata ad esigenze professionali, da un ambiente di lavoro ostile o da una cattiva gestione o organizzazione del lavoro o dello studio. Che si sia provata o meno questa condizione, è bene comunque sapere cosa è la sindrome da burnout, quali sono i suoi sintomi, come e quando si manifesta e in che modo è utile intervenire per fronteggiarla.
Partiamo dal significato della parola burnout. Burnout significa letteralmente “bruciato”, “scoppiato” e bene si presta a descrivere la condizione in cui si trova il soggetto affetto da questa sindrome. La sindrome da burnout si verifica in condizioni di lavoro o studio intenso, caratterizzate da un carico importante di pressioni e stimoli negativi di natura per lo più ambientale o relazionale. Nel momento in cui il soggetto non riesce più ad affrontare in maniera costruttiva il carico di impegni e le difficoltà che quotidianamente si presentano, a quel punto subentra la sindrome da burnout.
Sintomi evidenti della sindrome da burnout sono ad esempio l’esaurimento, la difficoltà di riposare ma al contempo l’incapacità di pianificare o progettare, il distacco e il disinteresse nei confronti del lavoro o dei colleghi, l’inefficienza, il senso di inadeguatezza rispetto agli impegni, il calo drastico dell’autostima, l’insoddisfazione e la scarsa motivazione, la tensione e l’irritabilità.
I sintomi del burnout ovviamente non si manifestano solo a livello psicologico ed emotivo, ma possono essere anche somatici. Chi è affetto da un burnout può infatti manifestare cefalee, acne o dermatite da stress, perdita dell’appetito o calo del desiderio sessuale, disturbi del sonno.
Il burnout da stress spesso segue un iter preciso che si articola in 4 fasi: 1) l’entusiasmo, le aspettative irrealistiche e la dipendenza dal lavoro; 2) la delusione delle aspettative riposte in campo lavorativo; 3) la rabbia e la frustrazione; 4) l’apatia: il soggetto sviluppa una totale indifferenza nei confronti del lavoro e un profondo sensori vuoto e di inutilità.
Riconoscere i sintomi del burnout per chi ne è affetto è senza dubbio il primo e più importante passo per uscirne. Individuati i sintomi e compresa la situazione di malessere è possibile infatti correre ai ripari adottando una serie di rimedi come mettere dei confini tra il lavoro e la vita personale, coltivare un hobby, praticare la meditazione, ritagliarsi più tempo libero da dedicare a sé stessi, allo sport o alla vita sociale e relazionale. Nei casi in cui la sindrome sia più radicata e uscirne risulti più complesso del previsto, è chiaramente opportuno rivolgersi ad uno specialista e prendere in considerazione l’idea di intraprendere un percorso di terapia.
Valentina Siano
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