Le origini della Giornata Internazionale della Donna
Parlando della festa della donna si cade spesso in leggende, in nozioni poco chiare ed inattendibili. Ma in realtà, la Giornata Internazionale della Donna, ha radici storiche che risalgono al movimento delle lavoratrici del XIX secolo.
In quel periodo, le condizioni di lavoro per le donne erano orribili e le disuguaglianze di genere fortemente diffuse. La giornata della donna nasce quindi per abolire tali discriminazioni e per poter garantire al genere femminile, una dignità lavorativa, e non solo, che fosse pari a quella dell’uomo.
Nel marzo del 1908, la rivista The Socialist Woman, organizzò una conferenza per poter discutere delle precarie condizioni delle donne in fabbrica, del suffragio universale e per la parità di genere e salariale. La primissima ed ufficiale giornata della donna, fu indetta il 23 febbraio 1909 dal Partito Socialista. Negli anni successivi, il movimento per i diritti delle donne si sviluppò ulteriormente, con l’organizzazione di manifestazioni e scioperi in molti paesi. Il Woman’s Day, era celebrato negli Stati Uniti e in diversi paesi europei fino allo scatenarsi della Prima Guerra Mondiale.
Ma fortunatamente dal 1917 gli scioperi ripresero a marciare in seguito ad una manifestazione avvenuta proprio in quell’anno grazie ad un gruppo di donne russe che avanzava su Pietroburgo, reclamando la fine della guerra. Così, venne deciso di fissare una data simbolo per la celebrazione della donna operaia, ovvero l’8 marzo.
Oggi, la Giornata Internazionale della Donna viene celebrata in tutto il mondo come un’occasione per riflettere sui progressi fatti nel promuovere l’uguaglianza di genere.
Ma c’è ancora molto lavoro da fare.
L’obiettivo della Giornata Internazionale della Donna non è festeggiare la donna in quanto tale ma quello di ricordare che il genere femminile, è da sempre, vittima di violenza e discriminazione. La storia ha la capacità di impartire nelle future generazioni il rispetto e soprattutto il riconoscimento della parità tra uomo e donna.
Enza Galiano
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