Maschere e Venezia, un connubio indissolubile
Il carnevale è una delle feste più amate al mondo.
Sfilate, musica e balli diventano essenziali per questo periodo, ma protagoniste assolute sono le maschere.
Una delle città più famose al mondo che ospita tale festività è proprio Venezia dove, fin dall’antichità, le maschere hanno sempre dominato le strade.
L’origine del termine deriva dall’arabo mascharà, ovvero satira, e rappresenta da sempre un indumento essenziale per gli attori dei teatri.
Inizialmente serviva per nascondere i volti durante i riti religiosi. Le maschere erano spesso mostruose proprio per allontanare i demoni.
Con il passare degli anni il Carnevale diventa una festa scherzosa e ironica dove primeggiano trasgressione e immoralità, e tutti indossano abiti stravaganti.
A Venezia il termine maschera indicava mettere barba e baffi finti, travestirsi insomma.
Nel 1268 ebbe inizio la storia di questo indumento così particolare. In tale anno, tramite una legge, si limitò l’uso della maschera.
I maschereri erano coloro che fabbricavano l’oggetto imprimendo sullo stucco le facce dipinte, molto spesso in maniera ridicola.
Nel 1700 la produzione di maschere incrementò e nacquero numerose botteghe. Ancora oggi sono composte da cartapesta e decorate con vari tessuti colorati.
A Venezia tale culto non era presente solo a Carnevale, ma anche a Santo Stefano e nelle manifestazioni più importanti della città.
Una maschera molto utilizzata era la Bauto formata da un velo nero e una parte bianca. Insieme ad essa veniva usato il Tabarro, un mantello nero lungo che consentiva di tenere la persona nell’anonimato.
La Moretta, invece, era una maschera in velluto scuro utilizzata dalle donne che trae le sue origini dalla Francia. Venivano spesso associati anche velette e cappelli.
I veneziani dell’antica Repubblica si concedevano, così, attimi di trasgressione e ironia avvolti dal mistero delle maschere.
Questo non durò molto poiché, intorno al 1300, molte leggi tentarono di fermare queste usanze per l’utilizzo esagerato delle maschere. Così si vietò il loro uso in periodi diversi dal Carnevale, era vietato inoltre entrare in luoghi sacri mascherati e recarsi nelle case da gioco così travestiti.
Con la caduta della Repubblica, l’impero austriaco vietò l’utilizzo delle maschere se non per la loro festività. Con l’Unità d’Italia si cercò di allentare le dure leggi precedenti, ma i veneziani non riuscirono più a mantenere le antiche origini legate a questo oggetto misterioso.
Oggi la meravigliosa Venezia è tappa fondamentale durante il periodo carnevalesco, abbellita dalle sfilate e dai travestimenti degli abitanti. La maschera rappresenta sempre il simbolo non solo della festività, ma anche della città in questi giorni di allegria.
E tu, quale maschera veneziana conosci?
Martina Maiorano
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