Perché gli atleti mordono le medaglie, tra storia e ipotesi
Quante volte avete visto un atleta mordere la medaglia ottenuta poco dopo essere salito sul podio? Sicuramente tante volte. Ma vi siete mai chiesti il motivo per cui lo fanno?
In quanto appassionata di sport, mi sono posta spesso questa domanda e oggi sono qui per raccontarvelo.
Ma facciamo un attimo un passo indietro con qualche accenno storico, in quanto le medaglie, dall’inizio della loro diffusione, non hanno sempre avuto la stessa valenza.
Infatti, inizialmente ebbero larga diffusione nell’Antica Roma, come emissioni che l’imperatore dispensava, spesso per soli scopi propagandistici.
Il loro uso ritornò nuovamente in voga in epoca rinascimentale grazie all’opera di Pisanello, il quale coniò una famosissima medaglia di Giovanni VIII Paleologo nel 1438.
L’ampia circolazione di questa medaglia spinse molti signori italiani all’emulazione. Inoltre, si trattava della prima raffigurazione di un vivente su un conio fin dall’antichità, in anticipo di alcuni decenni rispetto alle emissioni monetali.
Attualmente, le medaglie coniate da privati non hanno la stessa diffusione come accadeva in passato, mentre gli stati le riservano solamente ai collezionisti oppure in caso di alte onorificenze – come avviene in campo militare.
Non a caso vengono utilizzate, insieme a coppe e trofei, all’interno delle competizioni sportive come premio e vengono realizzate in oro, argento, bronzo, o in loro leghe o metalli simili meno pregiati.
Arrivati a questo punto dell’articolo vi starete chiedendo: “Ora ci spieghi come mai addentano le medaglie gli atleti sul podio?”
E avete ragione! Ve lo spiego subito.
Si pensa che questo gesto possa provenire dal periodo della corsa all’oro degli Stati Uniti, quando i minatori avevano bisogno di controllare le pepite d’oro per capire se fosse “pura” oppure se fosse pirite, un metallo giallo oro molto comune, chiamato anche “oro degli sciocchi”.
Una cosa simile accadeva con le monete sottili di oro puro: si mordevano per attestarne l’autenticità. Più morbide erano, più pregiato era il metallo del conio.
Quindi l’atleta, addentando la medaglia, emula il gesto dell’ottenimento di una grande ricchezza, controllando così anche “l’autenticità”.
Ricchezza puramente simbolica, poiché il loro valore non è elevato: basti pensare che le medaglie d’oro sono d’argento rivestite con l’oro. Su circa 550 grammi di argento puro, ci sono circa 6 grammi d’oro.
Parlando proprio di simbolismi, si pensa che si mordano le medaglie per simboleggiare la vittoria appena conquistata, affinché si approprino del successo ottenuto, come a dare una forma concreta di quanto accaduto.
Un’altra teoria, più verosimile ma meno suggestiva, è che questa tradizione sia nata dai fotografi, i quali suggeriscono agli atleti vincenti il gesto da immortalare nelle immagini che racchiudono il trionfo.
Iris Ippolito
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