Singing in Mr. Rain
Indizio: «Scrivo solo quando piove». Gocce di pioggia, nuvole, venti, temporali, uragani, cieli che piangono e fiumi di lacrime riempiono le canzoni che compone.
È già chiaro di chi parliamo?
Tralasciando quanto la sua casa discografica credo non sia, a questo proposito, particolarmente contenta degli effetti del cambiamento climatico sulla produttività del soggetto in questione, è stato uno degli artisti rivelazione della settantatreesima edizione del Festival di Sanremo, da poco conclusa, e in cui ha conquistato il terzo posto, dopo Due Vite di Marco Mengoni e Cenere di Lazza.
Non da solo, ma accompagnato dalle voci di otto bambini della scuola delle Industrie Musicali di Vallecrosia (Imperia), con la canzone Supereroi, ha conquistato il palco dell’Ariston e intenerito i cuori del pubblico da casa.
Direi che adesso non ci sono più dubbi.
Mattia Balardi, ad oggi Mr. Rain, probabilmente perché Signor Pioggia non sarebbe suonato troppo bene, nasce 31 anni fa a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, sotto il segno dello scorpione.
Nel 2011 pubblica il mix tape di debutto Time 2 Eat, cominciando la sua carriera musicale come rapper e successivamente produttore discografico.
Nonostante la partecipazione alle selezioni di X Factor del 2013 e la possibilità di prendere parte all’edizione, avendo superato il casting iniziale, è, paradossalmente, la rinuncia al programma a segnare il suo percorso artistico.
Due anni dopo, infatti, Mr. Mattia autopubblica 16 brani, cioè il suo primo disco ufficiale, con il titolo di Memories, valutando evidentemente abbastanza maturo il suo progetto.
Il successo, soprattutto su Youtube, non tarda ad arrivare, con un enorme numero di visualizzazioni per la romanticissima Carillon: doppio disco di platino nel 2018 e oltre 36 milioni di riproduzioni.
Accompagnato dal vento (mi diverto con le metafore) favorevole dei social, il rapper si diletta tra duetti – esempio è Un domani, insieme ad Annalisa – e la conquista di piccoli, e non, palchi, aprendo alcuni concerti di Fedez e Salmo.
Tra il 2016 e il 2018 compone brani che, almeno una volta, abbiamo ascoltato in radio: I grandi non piangono mai, Superstite e Supereroe – prima era uno, per Sanremo sono diventati due – e pubblica il suo secondo album Butterfly Effect.
Il vento continua a soffiare nella direzione giusta per Mr. Rain, tanto che, con una fama abbastanza consolidata, soprattutto grazie a Youtube e alla popolarità delle sue canzoni su Tiktok, nel 2020 fa uscire il singolo Fiori di Chernobyl, marcando un altro grande successo, dopo i drammatici maremoti e le scosse cantate in 9.3.
Nonostante la notorietà, dentro di lui sembra dover far fronte a più di un turbamento, allo stesso tempo frustrazione e ispirazione per i suoi testi.
Se, come diceva un poeta, dal letame nascono i fiori, dalle agitate tempeste che affollano la mente di Mattia nascono storie che l’artista mette, catarticamente, in musica e trasmette a chi è disposto ad ascoltarlo, in una combinazione tra sfogo e terapia.
Acquazzoni, terremoti e agitazioni varie, però alla fine ci si rialza: questo sembra voler comunicare, anche a sé stesso, il rapper bresciano.
Ma non piove sempre sul bagnato. E proprio rialzandosi, si è presentato sul palco del Festival, continuando a parlare di turbamenti, metereologici e psichici, e raccontando come dalla consapevolezza della propria vulnerabilità si possa ripartire, e quanto in un cammino di ricostruzione di sé sia necessario sapersi abbandonare al sostegno altrui.
Se in Fiori di Chernobyl, il cantante stava imparando a camminare sopra le nuvole con le ali spezzate, è con Supereroi che sembra aver ricostruito almeno una delle sue ali che, insieme a quella di qualcun altro, è già più che sufficiente.
Si parla di come imparare a rinascere da un periodo buio e dell’importanza di chiedere aiuto, affidandoci a familiari, amici e professionisti, senza vergogna.
Ci si appoggia agli altri, insomma, non per farsi trascinare, ma per procedere insieme, e in questo si diventa un po’ bambini, come le voci bianche di cui Mattia si circonda nelle sue canzoni, e un po’ eroi.
Per parlare di salute mentale ci vuole coraggio, per Mr. Rain ci vuole anche il cattivo tempo. Ma nonostante il timore, la paura e l’ansia della sopraffazione, è attraverso la comprensione della propria umanissima fragilità che si può imparare a guardare un cielo, in cui, prima o poi, smetterà di piovere così tanto.
Oppure diventeremo più bravi a farci piacere le nuvole.
Intanto, per vedere cosa sarà del futuro dell’artista, aspettiamo le prossime intemperie.
Stefania Malerba
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