La Notte di Valpurga: tra sacro e profano
Le celebrazioni pagane, si sa, sono tra le più spettacolari che conosciamo.
Ricche di luci, elementi fantastici e canti rituali, ci forniscono delle informazioni utili per capire comportamenti e usanze dei popoli antichi.
Oggi parliamo della Notte di Valpurga, una festa pagana dei popoli germanici celebrata in onore della primavera e della Grande Madre.
L’evento aveva luogo tra il 30 aprile ed il primo maggio e comprendeva canti e balli. Il nome deriva da Valpurga di Heidenheim, una suora festeggiata proprio il primo giorno del mese di maggio.
E cosa c’entra una suora con le feste pagane?
Scopriamolo subito.
L’origine della Notte di Valpurga è incerta e, spesso, si unisce ai numerosi riti germanici e celtici in onore della primavera. La stessa notte, infatti, i Celti festeggiavano il Beltane, ovvero “fuoco luminoso”.
Questa festa si diffuse presto tra i popoli ed era celebrata accendendo falò e cantando per avere buoni raccolti e un bestiame prospero.
Secondo i Teutoni, durante questa notte le streghe e i demoni andavano sulla terra per cantare e ballare. Da questa visione, molti altri popoli associarono questa ricorrenza al demonio.
Ad un certo punto, derivata dal Beltane, la Notte di Valpurga, nel XI secolo, si associa paradossalmente ad una ricorrenza cristiana, la celebrazione della Santa Valpurga.
Tale festività si è sviluppata molto nel mito norreno e viene celebrata ancora in Svezia.
Ad Uppsala e Lund, per esempio, è associata alla fine dell’anno accademico universitario.
I giovani, di prima mattina, scendono le rapide del Fyrisån con barche costruite da loro stessi. Dopo un buon pranzo con cibi tipici, si recano all’Università per ascoltare cori dedicati alla primavera.
Poi, si recano a bere champagne, fino a sera quando ci si avvia per ascoltare un meraviglioso concerto.
Beh, la felicità per la fine dell’anno accademico non è mai troppa.
La Notte di Valpurga, però, viene anche ricordata da Goethe nel Faust e, con l’omonimo nome, è il titolo di un romanzo di Gustav Meyrink del 1917 in cui si raccontano delle vicende riguardo tale ricorrenza.
Insomma, tra le fantastiche festività nordiche, questa è una delle più magiche ed antiche che, ancora oggi, viene celebrata. Legata sia ai pagani che ai cristiani, questa notte straordinaria vuole essere un inno alla primavera, stagione di rinascita e gioia.
E tu, la conoscevi?
Martina Maiorano
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