Come gli scrittori sbarcavano il lunario – Conoscevi gli “altri” mestieri?
Vi siete mai chiesti in quali “altri” lavori si siano cimentati i poeti e i prosatori che hanno scritto la storia della letteratura?
Per molti di loro (alcuni vi stupiranno) la scrittura non era il sol mestiere col quale sbarcavano il lunario, bensì praticavano mestieri spesso molto diversi dalla pratica scrittoria.
Scopriamo insieme di chi stiamo parlando.
Charles Dickens
Charles Dickens – autore del noto Oliver Twist e non solo – da ragazzo lavorò in una fabbrica di lucido da scarpe. Quando suo padre venne arrestato per debiti, il coinquilino di Dickens riuscì a trovargli un impiego in fabbrica per dieci ore al giorno.
Quando il padre riottenne la libertà, fece iscrivere Dickens a scuola e dopo i suoi studi, all’età di quindici anni, entrò nello studio legale Ellis & Blackmore come praticante, con buone prospettive di diventare avvocato, ma la professione non gli piacque.
Italo Svevo
Il nostro amatissimo Italo Svevo intrattenne, per tutto il corso della sua vita, un rapporto particolarissimo con la scrittura. Amava e odiava la pratica scrittoria, ma non ne poteva fare a meno. I suoi primi romanzi ebbero poca fortuna e dovette sopportare i rifiuti delle case editrici e i fallimenti editoriali dei romanzi pubblicati a sue spese. Possiamo leggere in un frammento del 1902 questa frase: “Ho lasciato del tutto quella pratica ridicola e dannosa della letteratura”, ma in realtà Svevo continuò a scribacchiare, sedimentando su carta i suoi personaggi: l’inetto, il vecchio, fino ad arrivare a Zeno.
Prima del successo letterario de La coscienza di Zeno, Svevo lavorò per ben diciannove anni in banca. Il lavoro in banca non lo appagava poi così tanto e, dopo i primi insuccessi letterari, fu assunto nell’azienda di vernici antivegetative (vernici sottomarine).
James Joyce
James Joyce, prima di raggiungere il successo con il suo Ulysses, esercitò la professione di insegnante ma non solo! Era infatti anche un cantante e pianista.
Joyce ereditò la passione per il canto da suo padre ed era piuttosto bravo, tanto da ottenere la medaglia di bronzo al Feis Ceoil e non negò di aver pensato di intraprendere la carriera di tenore. Ma la strada artistica, come avrete già intuito, restò soltanto un sogno nel cassetto. La bravura nel canto gli fu però molto utile negli anni successivi alla morte della madre, anni, per l’appunto, di ristrettezze economiche, arginate dalle lezioni private e dal canto.
Presto per Joyce arrivò l’esperienza della vita accademica, con l’aiuto del direttore della Berlitz di Trieste, Almidano Artifoni, riuscì ad ottenere una cattedra alla Berlitz di Pola che mantenne fino al 1905.
Francis Scott Fitzgerald
Fitzgerald, dopo la Prima guerra mondiale, si trasferì a New York, dove venne assunto per 90 dollari al mese in una delle più grandi agenzie pubblicitarie dell’epoca, la Street Railway Advertising Company. Nel frattempo, continuò a dedicarsi alla pratica della scrittura che in poco tempo lo avrebbe portato alla fama.
Carlo Emilio Gadda
Carlo Emilio Gadda visse il forte contrasto tra passione per la scrittura e studi scientifici. Difatti, si laureò in ingegneria elettrotecnica nel 1920.
“Rientrato nel chiuso e nella muffa, più prigioniero che mai, lavoro come posso per il Politecnico”, in queste poche righe è evidente il disagio profondo di Gadda, il poeta-ingegnere, che lavorò in aziende dalla Sardegna all’Argentina.
Chuck Palahniuk
Facciamo un salto nella recente letteratura con Chuck Palahniuk, autore nel 1996 di Fight Club, divenuto un best seller dopo l’uscita dell’omonimo film diretto da David Fincher.
Prima del successo letterario Palahniuk si impegnò in tanti lavori molto diversi tra loro: fece il lavapiatti e il proiezionista di film, oltre che occuparsi attivamente di volontariato. Subito dopo la laurea in giornalismo, dopo un breve periodo in un quotidiano locale, decide di diventare meccanico di motori diesel, riparando camion e a scrivendo manualetti tecnici.
Catia Bufano
Non perderti Colombo: i Baustelle e Carlo Emilio Gadda.