Peter Pan & Wendy: un viaggio tra magia e interiorità
Un intreccio tra tradizione e innovazione. Una rivisitazione in chiave moderna e introspettiva di una delle fiabe più amate di sempre.
È così che potremmo definire Peter Pan & Wendy, il nuovo live action ispirato al grande classico disponibile su Disney+ dallo scorso 28 aprile.
Conosciamo tutti la storia di Peter Pan, l’eterno fanciullo che proprio non voleva crescere. Il famoso personaggio nasce dalla penna di J. M. Barrie nel 1902, fino ad approdare al cinema nel 1954 nella versione della Walt Disney che lo ha reso un intramontabile capolavoro.
A partire da lì, sono numerose le rivisitazioni cinematografiche proposte nel corso del tempo. Indimenticabili quella del 2003 proposta da P. J. Hogan, che ha fatto sognare adulti e bambini, e quella di J. Wright del 2015 dal titolo Pan – Viaggio sull’isola che non c’è.
Oggi, ancora una volta, seconda stella a destra e si riparte per un nuovo viaggio verso l’Isola che non c’è, grazie al nuovo remake di David Lowery.
All’inizio sembra di rivivere fedelmente le scene animate della Disney, ma addentrandosi nel vivo della storia ci si rende conto di immergersi in un punto di vista totalmente differente: polvere di fata e pensieri felici ci portano a volare tra gli stati d’animo dei personaggi e a scoprire la loro interiorità.
“Volevamo rinvigorire la nostra rivisitazione con sincerità emotiva, un cuore aperto e un grande desiderio di avventura. Centinaia di artisti incredibili hanno trascorso molti anni a portare questo film sullo schermo. Sono entusiasta che il pubblico possa vedere il loro lavoro, fare questo viaggio e riscoprire una storia sempreverde da una nuova prospettiva.”
Con queste parole il regista rende evidente lo scopo emotivo del suo lavoro che vuole scuotere l’animo degli spettatori.
Ci siamo mai chiesti perché Peter Pan e Capitan Uncino si scontrano continuamente? Da dove nasce la loro rivalità? Di sicuro, va ben oltre la storia di quella mano perduta.
A darci le risposte il Capitan Uncino di Jude Law, perfettamente calato nel ruolo dell’iconico antagonista che, questa volta, occupa un ruolo centrale e di primo piano. Quel pirata burbero e carismatico, dotato di un’affascinante malvagità, lascia cadere gradualmente quel velo di mistero che da sempre lo avvolge.
Chi lo aiuta in questa impresa? Ever Anderson, o meglio, Wendy, ormai troppo cresciuta per rifugiarsi nell’isola dei bimbi sperduti e che, rispetto al personaggio che tutti conosciamo, perde un’emblematica caratteristica: la meraviglia.
Giunta nel magico mondo dell’isola, Wendy sembra già conoscere tutto ciò che la circonda, mettendo da parte lo stupore. A sostituirlo, però, l’empatia, la sua capacità di “sentire”. La grande narratrice di storie percepisce fin da subito che ce n’è una più importante da riportare a galla: quella che ha condotto all’odio tra Peter Pan e Uncino o meglio,
(spoiler alert!)
James, il suo migliore amico.
Wendy, infatti, non è più l’ipotetica “fidanzatina” di Peter che tutti siamo abituati a immaginare: lei è la chiave che apre uno scrigno di ricordi sepolto nell’anima e che lo pone in stretto dialogo con sé stesso.
Alexander Molony interpreta un Peter Pan che non perde il suo spirito avventuroso e sognatore ma che, allo stesso tempo, inizia a riflettere su ciò che ha negato a sé stesso e agli altri.
Il filo conduttore è sempre lo stesso: il timore di crescere e di scontrarsi con le responsabilità della vita adulta, che porta i protagonisti a nascondersi e fuggire dalle proprie paure.
Ma è proprio dalla paura e dall’avventura vissuta che Wendy matura la consapevolezza che crescere è importante e che rifugiarsi in un’eterna infanzia vuol dire perdersi non solo l’affetto e l’amore dei genitori, che manca profondamente ai bimbi sperduti, ma anche tutto ciò che la vita ha da offrire.
Inevitabilmente riemergono sensazioni che tutti abbiamo vissuto. Il passaggio alla vita adulta, di certo, non è facile per nessuno.
Ma questa storia rammenta che crescere potrebbe rivelarsi la più grande avventura al mondo.
“Pensa a quante cose potrebbero aspettarti dietro l’angolo ma te le stai perdendo. Pensa a quello che si sta perdendo il mondo perché non ci sei tu a realizzarlo.”
Di sicuro, rimarrà sempre in un angolo nascosto del cuore la magia di quell’isola che ognuno di noi ha visitato almeno una volta con la fantasia, perché sì, è quella che ci consentirà sempre di sognare ad occhi aperti e di guardare oltre la realtà di tutti i giorni.
Chi sprigiona un’abbondante dose di magia? Yara Shahidi, che ci regala una Trilli del tutto nuova: i biondi capelli e gli occhi azzurri del classico personaggio lasciano spazio a una fatina di colore, che porta avanti un forte messaggio di inclusività. Basta pensare a Noah Matthews Matofsky, il primo attore con la sindrome di Down a recitare in un film Disney che colora il gruppo dei bambini sperduti.
È un viaggio che fa sognare e riflettere dall’inizio alla fine, conducendo ogni pezzo del puzzle al posto giusto, regalandoci un finale perfetto, probabilmente quello che tutti stavamo aspettando.
Maddalena D’Angelo
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