Cos’è la scrittura digitale?
Il tempo che stiamo vivendo è caratterizzato da profonde innovazioni tecnologiche dell’informatica e della telematica i cui sistemi di comunicazione hanno investito i rapporti economici, politici, sociali di tutto il mondo.
Le concezioni culturali, fino alle più minute operazioni della vita quotidiana, hanno subito a loro volto cambiamenti: è una rivoluzione che segna un prima e un dopo, radicalmente diversi, della storia umana.
La comunicazione digitale è in continua evoluzione. Molti cambiamenti sono avvenuti nel modo di comunicare dagli anni Ottanta del secolo scorso con la diffusione dei personal computer e della videoscrittura, poi negli anni Novanta con l’estensione del web a utenti non specialisti e l’affermazione dei motori di ricerca, fino agli anni Duemila che sono caratterizzati ulteriormente da fenomeni che mettono in discussione i tradizionali in modi di intendere la comunicazione.
Per esempio si è sviluppata la cosiddetta comunicazione in mobilità: siamo diventati inseparabili dai dispositivi digitali mobili, siamo costantemente connessi e soggetti a geolocalizzazione. Si è diffuso il cosiddetto web interattivo, ovvero il web 2.0, e i social hanno alterato il rapporto con lo spazio e il tempo. È cresciuta enormemente la quantità di informazioni memorizzate su internet, il loro trattamento dà la possibilità di accedere ai contenuti digitali in qualunque luogo.
Chiaramente tutti questi fenomeni riguardano sia la scrittura che la lettura, investite anch’esse da profonde trasformazioni, tali da ridefinire la stessa categoria di testo e i fondamenti sui quali esso si basa. Infatti accanto ai testi tradizionali, quando vengono pubblicati in rete, troviamo un numero sempre crescente di testi concepiti solo per il web.
Quest’ultimo può essere di due tipi: il testo tipografico che è lineare, sequenziale e chiuso, cioè in esso troviamo le singole unità e i singoli blocchi che sono disposti in un ordine di successione prestabilito dall’autore e impossibile da modificare. L’altro tipo viene detto ipertesto che è invece aperto, multilineare e multisequenziale, ovvero è modificabile sia dall’autore che dal lettore.
In questo senso il web consente di accedere allo status di autore a chiunque pubblichi autonomamente i suoi scritti sui social senza bisogno di ricorrere a specialisti del settore: questo produce effetti notevoli sul piano quantitativo ma non su quello qualitativo. Per esempio Wikipedia nasce dalla cosiddetta scrittura condivisa e collaborativa, frutto della produzione asincrona di diversi autori.
Inoltre nella comunicazione digitale, a causa della simultaneità di produzione e ricezione del messaggio, si generano testi ibridi in cui lo scritto trasmesso assume caratteristiche morfologiche e sintattiche proprie del parlato.
Quello che sta accadendo oggi nel campo della comunicazione digitale contribuisce al riassestamento della grammatica in atto dell’italiano, tanto che si parla di un e-taliano come nuova varietà linguistica, capace di arricchire o di depauperare (secondo alcuni) il repertorio della nostra lingua. I fenomeni che si verificano sono i seguenti:
- un abbassamento del controllo sulla lingua usata a causa della velocità di digitalizzazione e del crescente atteggiamento di avvicinamento e dispositivi elettronici, Con la conseguenza di un aumento di errore di battitura e di ortografia;
- una certa disinvoltura grammaticale con soluzioni che tendono a interpretare la norma e ad adattarla a specifiche situazioni, piuttosto che a rispettarla rigidamente;
- la tendenza alla brevità a causa dei limiti spaziali sullo schermo, questo porta a catturare e tenere agganciata l’attenzione del lettore anche a rischio della sommarietà. Infatti usiamo periodi semplici composti da una sola frase; eliminiamo articoli, congiunzioni, preposizioni;
- la penetrazione di strutture linguistiche proprio del parlato nello scritto;
- un periodare prevalentemente fatto di coordinazione e segmentato in blocchi facilmente scomponibili;
- aumenta l’uso di pronomi personali di prima e di seconda persona singolare; pronomi, aggettivi e avverbi di valore spaziale e temporale tipici delle chat.
- si superano le barriere tra registri linguistici e stilistici diversi, infatti troviamo una mescolanza di espressioni e termini aulici, tecnici, colloquiali, dialettali, volgari ecc.;
- si preferisce il registro informale rispetto a quello formale;
- si preferisce uno stile brillante finalizzato a catturare l’attenzione del lettore;
- aumenta l’uso della punteggiatura e disegni iconici, come le emoticon o gli hashtag, per esprimere forme di comunicazione non verbale proprio del parlato.
Lucia Russo
Leggi anche: La lingua italiana – I calchi semantici