Point of view: la Cupola di Santa Maria del Fiore, icona della città di Firenze
La Cupola di Santa Maria del Fiore è l’icona di Firenze, capolavoro del Rinascimento capace di incantare, per la sua maestosità e imponenza, il mondo intero.
Fu costruita da Filippo Brunelleschi tra il 1420 e il 1436 ed è la più grande cupola in muratura mai costruita. In realtà la Cupola del Duomo di Firenze non è una cupola ma una volta ottagonale. E la volta a differenza della cupola, non è autoreggente.
Durante la costruzione non venne usata la centina, una struttura capace di mantenere la volta durante l’edificazione, anche perchè le armature di sostegno dell’epoca non avrebbero mantenuto il sostanzioso peso della struttura (37.000 tonnellate). Questa scelta preoccupò molto i capomastri di allora.
È composta da due cupole, una interna e una esterna, ognuna formata da otto “vele”. Le parti in laterizio sono realizzate a spina-pesce, mentre la cupola esterna è rivestita in tegole di cotto, percorsa da otto costoloni di marmo bianco. Questi ultimi convergono alla cima dove è situata la lanterna. Sulla lanterna vi è la “palla d’oro” del Verrocchio anche se quella che vediamo oggi è una copia della precedente.
Esistono diverse curiosità che riguardano la Cupola del Duomo. La prima inerente proprio al suo creatore: Brunelleschi prima di allora, non aveva costruito nulla di architettonico. Nonostante ciò gli fu affidato nella piena fiducia il cantiere.
La Cupola del Duomo è l’edificio più alto di Firenze questo perché a lavoro ultimato fu sancita una legge che proibiva ai cittadini di costruire edifici che superassero in altezza la struttura del Brunelleschi. Infatti dalle foto panoramiche è notevole come la Cupola sia la più alta tra tutte le altre strutture architettoniche presenti, sormontando palazzi moderni e non.
Nel 1512 fu bandito un altro concorso per apportare decorazioni all’unica parte rimasta grezza: ovvero la fascia di mattoni compresa tra il tamburo e i mattoni rossicci della Cupola. Tra i vari artisti che si proposero vi fu anche Michelangelo. Ma il progetto di Baccio D’Agnolo ebbe la meglio su quello di Michelangelo il quale non prese la sconfitta con leggerezza. Giudicò il progetto di Baccio in malo modo definendola “una gabbia per grilli”. Baccio, ferito nell’orgoglio, lasciò perdere il progetto lasciando il lavoro incompiuto, così come lo vediamo oggi.
Enza Galiano
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