Point of view: la Torre degli Asinelli, icona della città di Bologna
Le Due Torri di Bologna sono considerate l’emblema della città. La Torre degli Asinelli, quella tra le due più alta, fu costruita per volere della famiglia Asinelli. Questa con la costruzione di una torre alta ben 97,2 metri, voleva vantare e spiattellare in faccia alle altre famiglie dell’epoca, il proprio prestigio nella città Emiliana.
Alla base della Torre vi è una rocca, un tempo addetta ad ospitare i soldati. Oggi sotto il suo portico possiamo trovare piccole botteghe di artigiani che rimandano ad un’antica usanza medievale ancora oggi praticata, chiamata “mercato di mezzo”.
Infine se si vuole raggiungere la cima della Torre, bisognerà percorrere una scala costituita da 498 scalini.
La seconda Torre, la più bassa, è chiamata Garisenda. Rispetto alla prima è molto più pendente a causa di un cedimento del terreno. La sua altezza è di 48 metri anche se in origine era alta circa 60 metri. Ma dovette subire un intervento di abbassamento a causa del terreno che cedeva sotto ai suoi piedi.
Cosa che rende iconiche le Due Torri di Bologna è una bellissima ed antica leggenda raccontata ancora oggi. C’era una contadino che trascorreva le giornate a lavorare nei campi. Ad aiutarlo e ad alleviargli la fatica erano i suoi due robustissimi asinelli. Il contadino aveva un sogno: poter espandere i propri terreni così da garantire alla sua famiglia, e in particolar modo al suo unico figlio, tanta ricchezza e una vita migliore.
Era una giornata di lavoro come le altre. Il contadino era al campo con i suoi asinelli intenti a scavare in un terreno. All’improvviso i due animaletti iniziarono a scalciare come forsennati: sembravano impazziti! Il contadino acuì lo sguardo e notò qualcosa sbucare dal terreno. Si trattava di un baule. L’uomo lo aprì e rimase senza fiato: all’interno vi erano monete d’oro, d’argento e pietre preziose. Il contadino decise di battezzare il baule con il nome di “tesoro degli asinelli”.
Il contadino non rivelò a nessuno di quella fortuna. Egli non sfruttò il tesoro solo a suo vantaggio né lo sperperò. Anzi, spesso dava alla moglie dei soldi in più. Così la qualità della sua vita crebbe con discrezione.
Passarono anni. Il figlio del contadino crebbe tanto bello quanto intelligente e affascinante. Il ragazzo si innamorò profondamente di una giovane, appartenente ad una delle ricche famiglie di Bologna. Il loro amore era però ostacolato dalla differenza sociale: erano entrambi rassegnati all’idea che la loro storia non avrebbe avuto un lieto fine. Ma la ragazza non accettava la triste sorte che le era toccata e si disperava giorno per giorno. Il giovane allora si fece coraggio e decise di affrontare la nobile famiglia di lei.
Il giovane si presentò al palazzo chiedendo la mano della fanciulla. Qui fu accolto dal padre della ragazza il quale rispose, alla richiesta del giovane, con una fragorosa risata. Infine disse al ragazzo che il matrimonio si sarebbe celebrato solo se fosse stato in grado di costruire la torre più alta della città. Il burbero uomo era convinto che con quell’assurda richiesta, si sarebbe liberato di quel poveraccio. Ma si sbagliava.
Il ragazzo raccontò dell’accaduto a suo padre il quale decise di aiutare l’unico figlio consegnandogli il tesoro degli asinelli che fino ad allora aveva custodito.
Dopo circa 10 anni la Torre era pronta e lasciò di stucco il padre della ragazza. I due innamorati coronarono il loro sogno e la Torre prese il nome di Torre degli Asinelli, in ricordo dei due animaletti che avevano trovato il tesoro.
Enza Galiano
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