Urashima Tarō e il palazzo sottomarino
Oggi scopriamo una delle leggende più antiche del Giappone, quella di un giovane pescatore, di un regno subacqueo e di un’amara ricompensa.
Urashima Tarō era un giovane pescatore che passava le sue placide giornate pescando.
Un giorno notò lungo la battigia un gruppetto di ragazzini intenti a picchiare una tartaruga. Subito Urashima allontanò i ragazzini dal povero animale, che rimise poi subito in mare.
Il giorno dopo una grossa tartaruga andò a fare visita ad Urashima e lo avvisò che l’animale salvato il giorno prima non era nient’altro che la figlia del re del mare, il dragone Ryūjin, e che il sovrano lo aspettava nel suo palazzo sottomarino per ringraziarlo. Urashima salì dunque in groppa alla grossa tartaruga e si immerse verso il Ryūgū-jō, il palazzo dell’imperatore degli abissi.
Una volta giunto allo sfavillante palazzo sottomarino, Urashima si accorse che la tartaruga salvata il giorno prima si era trasformata nella bellissima principessa Otohime. Bastò qualche occhiata tra i due e subito nacque del tenero. Dopo soli tre giorni però, Urashima iniziò a voler tornare in superficie, alla vita di tutti i giorni. Suo malgrado, Otohime acconsentì al ritorno dell’amato e gli diede in regalo il tamatebako, un forziere prezioso dal contenuto misterioso; questo scrigno avrebbe protetto Urashima, ma il pescatore non avrebbe mai dovuto aprirlo altrimenti sarebbe accaduto qualcosa di terribile.
Urashima tornò dunque sulla terraferma, ma qualcosa era cambiato: non c’era più né la sua famiglia né la sua casa; tutto era diverso.
Che cosa era mai capitato?
Il povero pescatore andò in giro per il villaggio, chiedendo spiegazioni a chiunque incrociava e ben presto scoprì l’amara verità: sebbene nel mondo sottomarino erano solamente passati tre giorni, sulla terraferma erano passati più di 300 anni!
Triste e sconsolato Urashima era rimasto solo con il suo tamatebako e decise dunque di aprirlo. Una volta aperto, dallo scrigno iniziò a fuoriuscire del fumo bianco che fece invecchiare tutt’ad un colpo il pescatore.
Otohime aveva fatto dono ad Urashima della vita eterna e il forziere conteneva tutti gli anni che non aveva vissuto.
La leggenda di Urashima Tarō è una delle favole più famose del Giappone, che continua ancora oggi ad incuriosire e ad ispirare le nuove generazioni. Tanti sono stati infatti gli adattamenti cinematografici della leggenda del pescatore o che hanno anche solo in parte ripreso da essa alcuni elementi.
Personaggi come la principessa Otohime, il re Ryūjin (a volte chiamato anche Wadatsumi) e lo scrigno misterioso tamatebako sono divenuti ormai dei veri e propri topoi letterari, citati anche in diversi manga e anime di rilevanza internazionale.
E voi avreste mai rinunciato ad una vita di piaceri eterni per ritornare alla realtà di tutti i giorni?
Davide Cacciato
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