Statua della sirenetta di Monopoli: Un’opera d’arte può essere troppo curvy?
Polemiche sul corpo della statua della sirena sul lungomare di monopoli: dalla testa alla coda, non è esente da giudizio neanche un centimetro.
È stata inaugurata verso inizio maggio 2023 un’opera parte della riqualificazione della zona del lungomare di Monopoli. Il titolo è Il Mare e la statua raffigura una sirena. Il corpo della sirena ha suscitato non poche polemiche un po’ ovunque.
Prima di andare ad analizzare la polemica che si è scatenata parliamo di come Il Mare è nata e dell’idea che ne sta alla base.
Nel 2022 l’ingegnere Aurelia Tortelli viene incaricato di occuparsi del progetto di riqualificazione delle aree esterne in Via Cesare Beccaria e dell’intera zona della provincia barese. L’obiettivo era quello di rivalutare la zona a livello estetico e di vivibilità: siepi, alberi, zone verdi, pavimentazione, aree pedonali e un parco giochi per bambini.
Compresa nel progetto era anche la statua Il Mare, commissionata agli studenti dell’IISS Luigi Russo di Monopoli per essere poi esposta come opera pubblica.
Adolfo Marciano, dirigente scolastico dell’ IISS Luigi Russo ha spiegato come agli studenti fosse stata affidata la creazione di svariate statue per la città, tra cui anche quella. Era stato richiesto che quell’opera ricordasse il mare e i ragazzi dell’istituto hanno optato per la rappresentazione di una sirena. Il soggetto tuttavia presenta un fisico formoso e che alcuni dicono lontano dalla convenzionale rappresentazione di sirena.
Tuttavia il disegno preparativo della sirena (comprese “curve prorompenti” ecc) è stato presentato e approvato coralmente in sede di delibera nel novembre 2022. La statua dunque è nata da un progetto noto ed è stata legittimamente posta in un luogo per il volere dello stesso comune.
La polemica riguardante la raffigurazione non convenzionale di sirena a mio parere non presenta basi valide.
Innanzitutto si tratta a tutti gli effetti di un’opera d’arte e come tale non finalizzata a compiacere ma a esprimere una visione, un idea o semplicemente non finalizzata a nulla (come tantissime opere d’arte). L’arte è per definizione libera, ribelle e spesso divisiva e questo non dovrebbe scandalizzarci.
Inoltre la figura della sirena è frequentemente stata rappresentata, se non con un fondo schiena, per lo meno con un seno prorompente. Quindi nulla di così scandaloso.
Citando il preside dell’istituto sovra citato:
«L’arte deve far discutere. È paradossale che qualcuno si senta turbato. In televisione si vedono modelle molto magre ma la sirena è come un omaggio alla grande maggioranza delle donne curvy, soprattutto nel nostro Paese. Almeno è distante dall’idea di bellezza perfetta a cui ci obbligano pubblicità e riviste.»
Ulteriori critiche sono emerse anche per la scelta del luogo in cui porre la statua: questa si trova in una piazza intitolata a Rita Levi Montalcini, proprio a fianco di un parco giochi per bambini. La polemica in questo caso verterebbe dunque sull’immagine di donna nuda e “eccessivamente procace” che potrebbe disturbare i bambini.
Il problema principale sta proprio lì: nel luogo dove questa donna è. Di fronte a tutti senza vergogna e di fronte ai bambini che “quelle donne è meglio che ancora non le vedano”.
Ciò che mi pare paradossale è che ci si concentri su una semplice opera d’arte senza analizzare più a fondo il perché ci crea così tanto fastidio in quel luogo.
Di fronte a milioni di programmi TV che rappresentano la donna-trofeo o bambola-gonfiabile brava solo a stare ferma e a sorridere non dovremmo forse farci un’altra domanda alla base. Non può essere forse che non sia la sirenetta “troppo curvy” ma il nostro mondo malato che crea standard di bellezza per ogni settore della vita e relega determinate taglie solo a un certo tipo di ambiente. Un corpo è un corpo e può essere oggetto di interesse sessuale qualsiasi forma esso abbia.
I ragazzi del liceo hanno scelto di affidare alla statua non solo il messaggio del mare ma allo stesso tempo veicolare un’idea di corpo di statua di donna diverso dal nostro immaginario classico.
I bambini che andranno a giocare al parco giochi sicuramente non rimarranno tanto scandalizzati dallo statua in sé (perché di fronte a loro c’è solo un corpo di donna che potrebbe essere uno qualsiasi) ma piuttosto dalla sessualizzazione che gli adulti ne faranno passando lì di fronte con loro: dai commenti, dalle azioni…insomma dal contesto sociale esterno.
Da bambina spesso prendevo libri d’arte nella casa di mia zia per tentare di copiare le opere d’arte: molti corpi lì raffigurati erano nudi eppure non ho mai attribuito loro un significato erotico o sessuale sino a quando non sono venuta in contatto con programmi TV in cui il ruolo della donna era solo o principalmente quello di essere “bona” e possibilmente nuda e coi tacchi (ma non per sua volontà, per regolamento).
Insomma, un’opera d’arte è una forma di espressione e come tale non necessita del nullaosta di nessuno. Nel caso in cui quest’opera venga commissionata, l’unico a poter proferire parola su di essa è chi la commissiona, che come visto ha approvato tutto da subito.
Quest’opera non ha come idea di base quella di raffigurare una “donna fiera” come quella , della statua de La Spigolatrice di Sapri, il cui scultore è infatti stato criticato per aver voluto ridurre la sua rappresentazione al solito clichè di donna sensuale.
Il Mare come detto dal preside dell’Istituto non c’entra nulla con questo stereotipo di donna:
«Se proprio vogliamo trovare un significato la statua potrebbe essere letta come un omaggio alla donna che è bella anche se curvy» un messaggio di inclusività e di body-positivity .
Sofia Seghesio
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