Il gioco delle noci e altri passatempi antichi
Viene facile pensare all’Antichità come a un periodo lontanissimo da noi e perciò diverso in ogni aspetto. Anche parlando dei bambini dell’epoca, ci viene da immaginarli meno innocenti di quel che sono oggi, più esposti alla crudeltà del mondo e, perciò, meno dediti ad attività ludiche e passatempi infantili.
Se da una parte è vero che i bambini crescevano assai prima ed erano meno tutelati dalla violenza degli adulti, è pur certo che si dedicavano ai giochi e alla fantasia esattamente come fanno i bambini oggi, e i loro giocattoli non differivano poi molto dai nostri.
I bambini dell’Età antica passavano senza dubbio tanto tempo all’aperto, e le attività erano le più svariate: dall’altalena al salto della corda, dal lancio della trottola al volo degli aquiloni, i piccoli si intrattenevano così, mentre gli adulti si davano ai dadi e ad altri giochi da tavolo.
I più grandi giocavano anche a nascondino, ai birilli e a mosca cieca, nonché al gioco delle noci – con regole simili alle nostre biglie – molto in voga sia in Grecia sia a Roma.
Non mancavano ovviamente le attività tipicamente di genere, che “allenassero” i bambini ai loro ruoli di adulti: piccole spade, aratri e animali per i maschietti, bambole, stoviglie e arredi per le femminucce.
Con il Medioevo è plausibile che i giocattoli e le bambole abbiano subito una sorta di abbandono a causa delle continue incursioni barbariche nei villaggi – come dimostrano le scarse testimonianze al riguardo – mentre crebbe tra i bambini l’abitudine di inscenare tornei cavallereschi e gare d’abilità per imitare cavalieri e giullari. Solo i più privilegiati, di famiglia aristocratica, avevano accesso alle miniature di mulini a vento, dighe e forni che ricreavano le nuove tecnologie dell’epoca.
Fu con il Rinascimento che le bambole tornarono in voga; già agli inizi del XV secolo i maestri artigiani di Norimberga si adoperavano nella costruzione di fantocci di legno, seguiti un secolo dopo da olandesi e francesi, che si specializzarono in modelli di gesso e cartapesta vestiti alla moda e dotati di piccoli corredi e case elaborate.
Queste bambole cominciarono a diventare meccaniche sul finire del Settecento, quando l’interesse per i marchingegni cinematici e le tecniche di stampaggio del metallo trovarono ampio riscontro tra il pubblico, portando alla diffusione di caroselli musicali, animali di latta movibili e trenini a vapore.
Queste tipologie di giocattoli, insieme ai giochi da tavolo nati sul finire dell’Ottocento, hanno goduto di grande popolarità per oltre un secolo, giungendo fin nelle case dei nostri nonni e genitori, ovviamente stando al passo con le più moderne tecnologie.
Claudia Moschetti
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