Il linguaggio dei gatti, impariamo come capirlo
Miagolii, fuse ed occhietti strizzati sono soltanto i pochi, tra i tanti, modi attraverso cui i nostri amici pelosi cercano di comunicarci un loro bisogno, uno stato d’animo o semplicemente affetto.
Per comprendere in che modo si contraddistingue il loro approccio, è indispensabile conoscerne il linguaggio.
Il gatto, di natura affascinante e con aria misteriosa, riesce ad instaurare un rapporto simbiotico col suo padrone regalando momenti di coccole e relax attraverso gesti, postura ed espressioni, munendosi dei suoi sensi più sviluppati.
Quante volte ci capita di ritrovare il nostro gattino nelle più svariate posizioni e credere che ci stia esclusivamente per comodità? Non è sempre questa l’unica ragione, infatti tanti ne sono i modi e tante le motivazioni… tra cui:
- Gatto accovacciato
- Gatto a pancia in su
- Gatto rannicchiato
Nel primo caso, essendo la posizione più comune del gatto, nasconde tanti significati in quanto lui potrà accomodarsi in questo modo per riposarsi, perché è sospettoso – se lo accompagnano orecchie tese e dritte – , per nascondersi in un ambiente nuovo e non far notare sin da subito la sua presenza, se è sottomesso o minacciato dalla presenza di un altro gatto nelle vicinanze o se non gode di una buona salute e preferisce restare in questa posizione e totalmente indifferente alle nostre carezze.
Nel secondo, invece, il gatto vuole dimostrarci la piena fiducia che nutre nei nostri confronti dal momento che mostra in primo piano la sua parte più indifesa: la pancia, invitandoci ad interagire con lui.
Nel terzo, differentemente dal secondo caso ci vuole comunicare che non gode di una buona salute soprattutto se ci resta per molto tempo.
È frequente che le credenze popolari ci inducano a credere che il gatto non sia un animale affettuoso né riesca a dimostrarlo quanto farebbe un cane, effettivamente non è così perché diversi sono i modi in cui ce lo comunica, uno di questi è sicuramente l’atto di strusciarsi intorno alle nostre gambe, al nostro corpo o agli oggetti più vicini a noi. Attuando questo comportamento, il nostro amico a quattro zampe rilascia delle sostanze che a noi risultano impercettibili ma che i suoi simili riescono ad avvertire, manifestando così “territorialità” su di noi – tratto molto importante per lui – considerandoci di “sua proprietà”.
Per lo più anche la posizione della sua coda può lasciarci trasmettere le sue emozioni. Se, alla nostra vista tenderà a distendere la coda, inclinando la sua punta a forma di uncino ci vorrà esternare la sua gioia nell’incontrarci; invece, ci comunicherà paura e sottomissione qualora la ponesse tra le zampe; la coda, a sua volta potrà anche gonfiarsi in base allo stato d’animo del gatto: se quest’ultimo è arrabbiato e sente il suo territorio sott’attacco, per paura o per gioco se quest’avviene mentre cerchiamo di intrattenerlo.
Un altro curioso aspetto da cui comprendere il suo stato d’animo o cosa vuole comunicarci, potremmo fare riferimento al modo in cui muove i baffi.
Proprio così, se i suoi lunghi baffi sono distesi verso l’esterno capiremmo che il gatto è rilassato; se sono puntati in avanti e aperti a ventaglio vorrà farci capire che è arrabbiato; se, invece, sono appiattiti sul musetto lui sarà spaventato.
Il corpo del gatto, attraverso le sue misteriose movenze ci lascia tanti messaggi da cogliere una volta che abbiamo fatto nostro e riusciamo a comprenderlo nella sua totale pluralità di modi per esprimersi.
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