Il rock: la musica che cambiò il mondo
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In vista dell’anniversario del festival di Woodstock – che si terrà il 15 agosto – ripercorriamo insieme la nascita e lo sviluppo del genere musicale che ha cambiato per sempre il mondo: il rock.
Gli anni Cinquanta in America sono segnati da profondi cambiamenti. I giovani non si ritrovano più negli ideali dei loro padri e decidono di cercare una via di fuga dal conformismo sociale che gli viene proposto.
L’industria cinematografica e musicale di quegli anni contribuirono a soddisfare questo desiderio, aprendosi di più alla nascente cultura giovanile e rispecchiando il disagio generazionale. I ragazzi dell’epoca si sentono rappresentati da personaggi come James Dean, Marlon Brando, ma uno su tutti a segnare la generazione dei baby boomer fu Elvis Presley.
Elvis Presley segna la prima tappa fondamentale della storia della musica rock tra gli anni Cinquanta e Sessanta, poiché con lui il genere rock ‘n’ roll inizia a dominare le vendite dei dischi e le classifiche pop. Il 3 febbraio 1959 è denominato The Day the Music Died, dal momento che alcuni dei più grandi musicisti del genere, tra cui Buddy Holly, muoiono in un incidente aereo.
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Questo determina la prima svolta fondamentale nella musica rock, che si avvia verso nuove direzioni negli anni Sessanta e Settanta, segnati dall’arrivo del rock psichedelico (come per il gruppo Pink Floyd) e della British Invasion – lo sviluppo della scena rock britannica – con la nascita dei Beatles, il primo gruppo inglese a scalare le classifiche statunitensi. I Sixties sono anche gli anni delle rivolte giovanili e della Summer of Love del 1967.
La musica risentì di questi profondi cambiamenti nella società, tanto che nel 1969 – l’anno dell’apice della cultura – gli artisti e l’industria musicale collaborarono per dar vita al primo grande evento della storia della musica: il festival di Woodstock.
La Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock ebbe luogo a Bethel, nello stato di New York, e si svolse tra il 15 e il 18 agosto del 1969, tre giorni in cui alcuni dei più grandi artisti della storia si esibirono davanti a più di quattrocentomila persone. Tra questi possiamo trovare nomi come Joan Baez – detta “l’usignolo di Woodstock” -, Janis Joplin, Santana, i The Who e Jimi Hendrix.
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Woodstock fu un evento tanto importante da influenzare sia la musica dell’epoca – contribuendo alla nascita di altri festival come il Monterey Pop festival – sia l’intera società.
Le persone iniziarono ad abituarsi ed apprezzare sempre di più questo genere, contribuendo ad un suo maggiore sviluppo e alle sperimentazioni.
Infatti, dagli anni Settanta in poi, vediamo la nascita di numerosi sottogeneri che cercano di accontentare più o meno i gusti di tutti: dal glam rock di David Bowie, che mette in risalto lo stile visivo, all’heavy metal dei Black Sabbath, che predilige la velocità e la potenza, passando per il punk rock dei Sex Pistols- con la sua connotazione politica – e il grunge rock e il britpop degli anni Novanta, fino ad arrivare a ciò oggi è questo genere.
Dagli anni Duemila in poi, il genere rock ha attraversato numerosi momenti di gloria e di declino, influenzati dalla crescente popolarità della musica elettronica e dell’contemporary R&B. Dal 2020 in poi, tuttavia, abbiamo assistito alla revival del pop e del post punk, con artisti come Yungblud e Machine Gun Kelly, influenzati dalle sonorità del Blink-182 e dei Sum 41.
Ilaria Perris
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