In fondo al tuo cuore
Nel caldo asfissiante di luglio della Napoli degli anni ‘30 riusciamo a comprendere meglio i tradimenti, l’amore, la passione e l’insanità di certi gesti?
Per chi non conoscesse Il Commissario Ricciardi, è una serie di libri di Maurizio De Giovanni, autore napoletano, da cui hanno tratto anche una serie su Rai 1. Fino ad ora sono andate in onda le prime due stagioni che trovate su RaiPlay.
“Una volta all’anno, in questa città, arriva il caldo. Quello vero.
Certo, qualcuno dirà che i periodi in cui la temperatura è troppo alta sono tanti, che in generale, qui, il freddo non c’è mai. Ma non è così. E dirà che spesso, anche fuori stagione, ci sono giorni in cui il vento del Sud porta l’aria dell’Africa, che fa impazzire le persone, costringendole a gesti, parole e pensieri che altrimenti non avrebbero nemmeno immaginato. E questo invece succede. Ma il caldo, quello vero, arriva una volta all’anno.”
Inizia così il quarto capitolo del settimo libro della saga di Ricciardi, nonché ultimo episodio della prima stagione. Il caldo come ambientazione delle azioni più estreme: in questo caso viene ritrovato il cadavere di un ginecologo spinto da balcone del suo studio ospedaliero. Attraverso questo personaggio, il professore Iovine, si intrecciano le vicende degli altri protagonisti che hanno in comune un unico denominatore: compiono le loro azioni spinti da quello che c’è in fondo al loro cuore.
La moglie, Maria Carmela, donna proveniente da un ceto sociale medio basso, riesce a risalire la china accedendo al mondo dell’alta borghesia locale: prima sposa il professore Ruspo di Roccasole, già primario di ginecologia, e in seconde nozze il primo assistente di quest’ultimo, il professore Iovine. Dalle prime nozze aveva perso un bambino, durante le secondo nozze invece riesce finalmente a partorire. Il secondo matrimonio è dettato da mere regole sociali, convenzioni atte a “vivere bene”, ognuno dava all’altro ciò che voleva attraverso uno scambio di favori: Maria Carmela dava a lui la sua rete di contatti creata grazie al primo matrimonio, Iovine d’altro canto contribuiva, col suo lavoro, a mantenere la famiglia in un certo status sociale.
Maria Carmela era cresciuta in un quartiere popolare, andava d’accordo con Nicola, sin da piccoli si fermavano a guardare i piroscafi partire dal porto. Sognavano di andare via insieme. Sembravano destinati a stare insieme per tutta la vita, come quasi tutti quei ragazzi che crescono nello stesso quartiere. Ma Maria Carmela vuole di più e va via, Nicola resta lì, nel Borgo degli Orefici, e diventa uno dei creatori più importanti della città. Si perdono di vita ma Nicola aspetta Maria Carmela per tutta la vita.
Sisinella è una donna che non ha avuto scelta: venuta dalla miseria, costretta a prostituirsi, era diventata l’unico amore di Iovine. Da lei andava ogni volta che aveva un momento libero, le comprava case e vestiti, la faceva vivere bene. Maria Carmela non sapeva nulla fino a quando non scopre dei due anelli: Iovine aveva chiesto a Nicola di creare due anelli uguali per la festa del Carmine, uno per l’onomastico della moglie, l’altro per donarlo a Sisinella.
Sisinella nel frattempo a sua volta si innamora di un altro giovane, un suonatore di pianino il quale non la ricambia e la sfrutta solo per divertirsi e per beneficiare della “rendita” mensile che le concede Iovine. Infatti dopo il suo omicidio, sparisce e la abbandona.
Il Lupo è il boss di quartiere, tutti si rivolgono a lui per avere “protezione”. Aveva sempre vissuto da solo, chiamato “Lupo” proprio per la sua smania di non fidarsi di nessuno, un giorno si innamora di Rosella. Rosella rimane incinta e al momento del parto c’è una complicazione. Iovine era il medico di Rosella e aveva promesso al Lupo, sotto minaccia chiaramente, che per la ragazza ci sarebbe stato in qualsiasi momento. Purtroppo nel momento del bisogno Iovine non si trova da nessuna parte, era da Sisinella, nella loro casa del Vomero, il quartiere nuovo. Quando arriva per Rosella è ormai troppo tardi.
“Sono pochi i giorni del caldo, quello vero. Ma in quei giorni l’atmosfera cambia, e la città diventa un altro posto. Ha il sapore del ghiaccio e l’odore del mare, ma può anche avere il nero colore della morte.
Il caldo, quello vero, viene dall’inferno.”
La svolta nella vita di Maria Carmela avviene quando viene a sapere due notizie aberranti, in seguito alle quali ha dovuto sopravvivere come ha potuto: aveva sempre creduto, così come era stato detto, che il primo marito fosse morto a causa di una malattia del cuore. Invece una mattina, Iovine le confessa che ogni giorno, nella sua tisana, durante il tirocinio, metteva un veleno per accelerare il declino del suo povero cuore. Ha fatto lo stesso con lei: era incinta del professore Ruspo quando si sono conosciuti, non avrebbe mai accettato un bambino non suo, metteva lo stesso veleno nella tisana anche alla moglie. Con lo stesso modo barbaro dunque uccide due vite: quella del suo mentore, così può prendere il suo posto in ospedale, e quella di un bambino non ancora nato, ottenendo così, nello stesso momento, prestigio sociale e familiare.
A questo punto Maria Carmela decide di tornare da Nicola, sapeva che lui fosse sempre stato innamorato di lei, non gli chiede mai esplicitamente di commettere un delitto, ma gli fa capire che per avere un futuro insieme l’unica soluzione sarebbe quella di “allontanare” per sempre il marito. Così Nicola decide di spingere il professore dal balcone, quando gli consegna i due anelli uguali.
Ma Maria Carmela non gli aveva promesso niente, e così Nicola non ha più motivi per vivere, non accetta più commissioni per il suo lavoro. Decide di uccidersi pochi giorni dopo. Durante gli ultimi istanti della sua vita, ricorda ancora quando andavano al porto a guardare i piroscafi allontanarsi, perché c’è sempre stata lei, in fondo al suo cuore.
Lucia Russo
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