Lo sport raccontato dai cantanti italiani
Quante volte abbiamo associato la musica ad un periodo particolare della nostra vita, ad una persona a noi cara: che sia una canzone d’amore o meno, la musica fa inevitabilmente parte della nostra vita fin da piccolini.
Sono tanti i temi che affrontano gli artisti all’interno delle proprie opere, e lo sport è tra quelli.
Qui di seguito ne troverete solo alcune delle tantissime canzoni italiane che hanno come tema principale, o anche solo un piccolo riferimento, al magico mondo dello sport.
La prima canzone di cui voglio parlare è La partita di pallone cantata da Rita Pavone e scritta da Edoardo Viannello per la musica e da Carlo Rossi per il testo.
Era il 1962 quando la cantante italiana naturalizzata svizzera ha cantato una delle colonne portanti della musica leggera.
Parla del classico battibecco tra una donna e il suo compagno: la prima non vuole restare a casa da sola di domenica, mentre la sua dolce metà va ad assistere ad una partita di pallone.
Lei, gelosa, non crede che il suo ragazzo andrà effettivamente a guardare la partita di pallone e quindi chiede di portarci anche lei una volta.
38 anni più tardi venne pubblicata Un’estate italiana, brano conosciuto da tutti come Notti Magiche, composto da Giorgio Moroder, Edoardo Bennato e Gianna Nannini.
Questo singolo è la canzone ufficiale del campionato del mondo 1990, svoltosi in Italia, ed ha anche una versione internazionale intitolata To Be Number One, il cui testo è stato scritto da Tom Whitlock.
A distanza di 33 anni, Un’estate italiana è ancora una delle canzoni di maggior successo dedicate ad un evento sportivo.
È la fine degli anni ’90 quando Luciano Ligabue pubblicò Una vita da mediano, primo estratto dell’album Miss Mondo.
La canzone è una metafora calcistica della fatica di vivere, in cui viene descritta la vita come un piacere che deve essere guadagnato con sudore e volontà, che difficilmente viene conquistato con il solo genio o il talento.
Secondo il cantante di Correggio, nel calcio, così come nella musica e nella vita, non si nasce con il ruolo predestinato di “stella” o “fuoriclasse”, ma è più facile che si abbia il ruolo di mediano, posizione di colui che fa il gioco di squadra, lavorando nell’ombra per gli altri che, alla fine della fiera, si prenderanno gli applausi.
Un esempio che ritroviamo nella canzone è quello di Gabriele Oriali, calciatore degli anni Settanta dell’Inter – di cui Ligabue è tifoso – e della nazionale di calcio dell’Italia, celebre interprete di quel ruolo: “Una vita da mediano, lavorando come Oriali: anni di fatica e botte e vinci casomai i mondiali”
Passando nel primo decennio degli anni 2000, precisamente al 2007, Antonello Venditti pubblicò uno dei suoi brani più famosi: Tradimento e perdono, canzone facente parte dell’album Dalla pelle al cuore.
Il brano è un omaggio ad Agostino Di Bartolomei, capitano del secondo scudetto romanista, che si è tragicamente tolto la vita con un colpo di pistola il 30 maggio 1994.
Venditti spiega come anche i personaggi noti alla massa, di enorme successo, possono soffrire di solitudine e avere difficoltà nello sconfiggerla, nonostante siano circondati di persone a loro care.
Il cantautore cerca di analizzare il percorso che ha portato a fare Di Bartolomei un gesto tanto drastico, mandando una preghiera al cielo: “Ricordati di me, mio capitano. Cancella la pistola dalla mano”.
Con questa frase Venditti ha un senso di nostalgia, una mancanza verso il giocatore della sua squadra del cuore, spiegando di quanto lui avesse bisogno di maggiore amore rispetto ad una persona comune: “Se ci fosse più amore per un campione oggi saresti qui”.
Irene Ippolito
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