Sporus, l’uomo che sposò Nerone
Nerone, imperatore folle e tirannico, accusato dagli storici di molti crimini, più o meno da lui realmente commessi, fu – stando a diverse fonti – causa della rovina di un povero liberto, privato del nome, dell’autonomia e dei genitali.
Sporus era il nome del giovane, nato con la sfortuna di avere il viso molto simile a quello di Poppea, seconda moglie dell’imperatore, morta nel 66 d.C. per complicanze gestazionali.
Determinato a trovare un vero e proprio rimpiazzo, pare che Nerone – una volta appurata la somiglianza tra i due – abbia ordinato ai chirurghi di corte di castrare il povero liberto, in quella che da molti studiosi viene ritenuta la prima operazione di cambio di sesso della storia.
Il matrimonio, stando a Cassio Dione, fu celebrato in Grecia. Sporus, adornato come Poppea, ricevette il titolo di “Sabina” e da quel momento in poi accompagnò il marito in ogni sua visita ufficiale.
Quello che ci pare un evento assai straordinario per l’epoca non fu in realtà nulla di nuovo. Già in precedenza Nerone aveva sposato un uomo di nome Pitagora, anch’egli liberto, ma non lo aveva privato del suo sesso di nascita. Si dice, anzi, che in quella relazione fosse l’imperatore ad assumere il ruolo di moglie.
Pur non sapendo quale fosse il pensiero di Sporus sul marito o sulla loro relazione, è certo che restò con lui fino alla sua morte, avvenuta nel 68 d.C. Aurelio Vittore addirittura racconta, nell’Epitome de Caesaribus, che fu proprio Sporus a reggere l’arma con cui Nerone si tolse la vita.
La perdita del suo sposo non restituì a Sporus la libertà né la sua identità. Fu prima rapito dal prefetto del Pretorio Ninfidio Sabino, che lo voleva come amante, poi alla morte di quest’ultimo condivise il letto con Otone, che come Nerone era stato marito di Poppea e fu Imperatore di Roma dal gennaio all’aprile del 69 d.C.
Finito in ultimo nelle grinfie del suo successore Aulo Vitellio, Sporus venne scelto come vittima sacrificale in una rievocazione del ratto di Proserpina durante i giochi dei gladiatori.
Sporus decise di sottrarsi a questa umiliazione pubblica uccidendosi nella solitudine della sua stanza, a malapena ventenne.
Claudia Moschetti
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