154 frustate non basteranno: Nobel per Narges Mhammadi
L’Accademia di Oslo ha assegnato a Narges il Nobel per la Pace 2023 per “la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per promuovere i diritti umani e la libertà”.
Chi è Narges Mohammadi?
Narges è una attivista iraniana, ha 50 anni e il 16 novembre 2021 è cominciata la sua ultima odissea, senza viaggi e senza Itaca. Da pochi giorni Narges è anche Premio Nobel per la Pace.
La speranza è che Mohammadi possa ritirare lei stessa il Nobel durante la cerimonia di premiazione.”La vittoria del Nobel evidenzia il coraggio delle donne iraniane“, è stato il commento dell’Onu.
Arrestata mentre prendeva parte, nella città di Karaj, a una cerimonia commemorativa organizzata per il secondo anniversario della morte di Ebrahim Ketabdar, ragazzo ucciso dalle forze di sicurezza iraniane durante le proteste che si erano diffuse in tutto il paese nel novembre 2019, Narges è stata condannata a 10 anni e otto mesi di reclusione, 154 frustate e altri tipi di sanzioni derivanti solo dal suo essersi esposta per i diritti umani.
154 frustate.
Secondo la testimonianza del marito della donna, Narges non solo è detenuta arbitrariamente nella prigione di Shahr-e Rey nella città di Varamin, provincia di Teheran, ma è costretta a subire continue angherie, che riguardano anche l’impossibilità di accedere ad assistenza e cure mediche.
Dal febbraio 2022, si contano, nella vita da reclusa di Narges, una serie di attacchi di cuore, a cui è seguito un intervento cardiaco di urgenza, episodi di affaticamento respiratorio, probabilmente dovuti alle inumane condizioni in cui è costretta, e battito cardiaco irregolare. La risposta ai suoi problemi di salute si è fatta attendere per settimane, prima, per poter arrivare in un ospedale, poi, per la somministrazione dei farmaci prescritti.
154 frustate.
Già nel 2012 Narges Mohammadi era stata condannata a sei anni di carcere, poi rilasciata a causa delle sue condizioni di salute. Per questa stessa ragione, non sarebbe mai dovuta rientrare in una prigione. Invece nel 2016, è stata ricondannata a 16 anni di reclusione, uscendone nell’ottobre 2020. Purtroppo la sua agonia non si era conclusa.
154 frustate.
L’assistenza sanitaria che le viene negata avrebbe solo una ragione: la sua partecipazione ai movimenti pacifici che hanno preso piede negli ultimi anni in Iran, in prima linea nella lotta per l’identificazione di colpevoli per gli omicidi avvenuti durante le proteste del 2019.
154 frustrate.
Dopo un breve periodo di permesso medico, che le è stato concesso in condizioni estreme, Narges è stata riportata di forza in carcere per scontare la sua pena, probabilmente continuando a essere sottoposta a torture e maltrattamenti: tra queste, luci accese 24 ore al giorno, limitato accesso ad aria fresca e luce naturale, percosse su tutto il corpo e pressioni psicologiche.
154 frustrate.
Tutti i diritti, per cui si è impegnata e gli stessi che l’hanno portata all’arresto, sono venuti meno in poche ore e Narges non può lottare da sola.
I movimenti femministi continuano ad avere grande seguito in Iran e non accennano a cedere. D’altra parte le restrizioni non indietreggiano di un passo e la vita di qualsiasi “oppositore”, “ribelle” – o presunto tale – è in pericolo.
154 sono le frustate a cui è stata condannata. E se non riusciremo a fermare la mano di chi non avrà rimorso nello scagliarsi addosso a una donna già debole e priva di forza, possiamo almeno fare qualcosa per provarci.
Amnesty International Italia ha aperto da mesi una campagna firme di denuncia contro le condizioni di reclusione di Narges, sotto il titolo di “Iran: nuova condanna per Narges Mohammadi”.
154 sono le frustate a cui è stata condannata. 154 è un numero che potrebbe essere sufficiente a fermare il suo cuore, ma 154 frustate non basteranno a spegnere la lotta per i diritti che l’ha vista e la vede protagonista, oggi più di ieri, dentro e fuori dall’Iran.
Stefania Malerba
Foto di copertina: illustrazione Enza Galiano
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