A John Lennon bastava imagine
Oggi nel 1971 John Lennon pubblica, come da solista, questo capolavoro assoluto.
Lennon, si era appena trasferito a New York con la compagna Yoko Ono, e con Imagine, invita a guardare a un futuro possibile, pur se da una sola e unica condizione di “sognatore”. Poche parole, quelle giuste, coraggiose, e poi, l’amore.
“Immagina non ci siano nazioni [..] niente per cui uccidere e morire e nessuna religione. Immagina che tutti vivano la loro vita in pace”.
È tempo di guerra in Vietnam, il mondo è diviso in due dalla logica della guerra fredda e si fatica a passare oltre.
E sono i giovani, a manifestare, in mille modi e più, il loro desiderio di pace, e Imagine, senza età e senza luogo divenne un inno universale di pace.
Prodotto da Phil Spector e pubblicato insieme all’altro singolo It’s so hard, il pezzo scalò tutte le classifiche, divenendo la “canzone del secolo”.
Imagine vuole essere la canzone associata al pacifismo, ma che Lennon, per ideologia, avvicinò al Manifesto del partito comunista.
“Siamo tutti un solo mondo, un solo paese, un solo popolo”, ora come allora, e forse forse, è proprio questa la grandezza di questa poesia.
Mi piace pensare a un mondo senza guerre. Un mondo laico e senza tensioni. Fragili sì, ma con coraggio.
Bisogna avere il coraggio di essere fragili. Dobbiamo avere il coraggio di farci trovare così, fragili.
A questo serve. Immaginate.
Immaginate che non ci siano patrie Non è difficile farlo Nulla per cui uccidere o morire Ed anche alcuna religione Immaginate tutta la gente Che vive la vita in pace
Francesca Scotto di Carlo
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