Che cos’è la libroterapia
“Leggere è l’unica dipendenza che non nuoce, ed è la miglior cura per l’anima.”
Dumitru Novac
In alcuni dei momenti più duri della mia vita, seppur breve siccome ho appena 28 anni, l’arte è stata la mia ancora di salvezza e se non avessi avuto gli spartiti e i libri probabilmente ora non sarei la donna che sono.
Ho sempre affermato e continuerò a farlo, fin quando avrò aria nei polmoni, che i libri proprio come le persone che ci ascoltano, sono acqua santa.
Dalla prima volta che ho letto, sulla mia scrivania, sul comodino della mia camera, sulle mie gambe, ne son passati di libri. Mai un solo genere mi ha interessato, anzi… ho cominciato con Harry Potter e sono arrivata a Così parlò Zarathustra. Ultimamente, legato probabilmente al periodo particolare da cui sto uscendo, mi sono dedicata molto alla lettura e all’analisi dei testi di carattere introspettivo e psicologico: ridimensionamento delle proprie attività quotidiane, maggiore ascolto dell’io, ricerca di sé. Proprio come fa la natura, la lettura mi dona aria, mi permette di respirare con i miei tempi senza intercorrere nello stress e nelle pressioni che la società ci scaraventa addosso. Chi mi conosce sa che un libro è sempre un dono ben gradito e che per me ha più valore di un gioiello prezioso.
Chiedo ai libri e “mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”, lo affermava già Francesco Petrarca, sì proprio quel Francesco Petrarca che noi tutti conosciamo. E da quando ho scoperto che essi sono parte integrante di una modalità di terapia, la mia stima nei loro confronti è cresciuta a dismisura. Aristotele fu il primo a sostenere quanto medicina e letteratura fossero strettamente collegate (tesi confermata da uno studio dell’Università del Sussex (UK), che ha dimostrato come leggere un libro o un giornale in silenzio per soli sei minuti rallenta la frequenza cardiaca e la tensione muscolare, abbassando i livelli di stress del 68%, ma è nel 1937 che si vede la prima prescrizione di “lettura” ad opera del Dottor W.C. Menninger.
La lettura stuzzica il nostro senso critico e oltre/anziché domande e riflessioni, ci dona risposte, risposte – scritte nere su bianco.
Attenua l’ansia, da voce ai nostri pensieri e alle nostre emozioni più silenziose, incrementa la nostra empatia… C’è bisogno di continuare?
I libri nutrono e saziano non solo la nostra passione per la cultura, ma l’anima.
Antonietta Della Femina
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