La venerazione della dea bambina: la Kumari
Kumari significa letteralmente vergine, e sta ad indicare la purezza della Dea. La Kumari viene scelta tra le bambine caste di religione buddista di famiglie residenti a Kathmandu.
Trishna Shakya è il nome dell’attuale dea bambina, e all’arrivo del suo menarca o a seguito di una qualsiasi perdita di sangue dal suo corpo, significherà che la dea Durga ha abbandonato il suo corpo per scegliere un’altra dea bambina e la precedente verrà dunque detronizzata.
Gli induisti e i buddisti venerano la Kumari, una dea bambina. Si tratta di una cultura tradizionale mescolata alla religione, che risale al diciassettesimo secolo. La dea bambina deve appartenere a famiglie Newar, residenti a Kathmandu da almeno tre generazioni, e avere tra i 2 e i 4 anni.
Quello che si segue è un processo di selezione vero e proprio; i custodi della Kumari, un capo astrologo e i sacerdoti sono tenuti a verificare le diverse qualità delle potenziali Kumari prima di poter scegliere la nuova Dea Vivente.
Uno dei primi requisiti che la bimba del Nepal deve possedere per diventare Kumari è quello di non aver mai versato alcuna goccia di sangue, che sia un taglio, una ferita o una malattia, segue poi la corrispondenza a ben 32 qualità di perfezione come ad esempio avere delle ciglia come una mucca, o le cosce come un cervo, voce chiara e limpida, pelle profumata e occhi neri. Inoltre la futura Kumari dovrà superare prove rigorose come attraversare un cortile pieno di bufali sacrificati e uomini che indossano maschere con l’obiettivo di spaventarle, ed infine trascorrere la notte sola, al buio, in una stanza con capre e bufali senza mai mostrare alcun timore.
Colei che supererà tutto questo è sicuramente la Dea vivente degli Hindu.
I veneratori credono fortemente che la Kumari sia la reincarnazione della dea Durga. La Dea bambina deve mantenere la serenità e tranquillità che l’ha contraddistinta nelle prove di selezione sempre, poiché un gesto affrettato o un’espressione diversa potrebbe essere sintomo di presagio per coloro che le hanno presentato una richiesta.
La Kumari per tutto il suo periodo di intronizzazione, non potrà mai toccare mettere i piedi sul terreno, poiché questo è impuro, e non potrà giocare con i suoi coetanei o trascorrere del tempo con loro. Potrà uscire dalla sua residenza solo durante occasioni speciali nelle quali i suoi custodi, o la famiglia di nascita, la tengono in braccio. Sarà sempre vestita di rosso, con un’acconciatura di capelli che simboleggia la cupola di un tempio, e “l’occhio di fuoco” disegnato al centro della fronte, simbolo dei poteri divini e di percezione.
Per le strade di Kathmandu ci sono negozi in cui vendono set per l’incontro con la Dea bambina che includono, oltre all’incenso e alla tika (polvere rossa per la benedizione), pettini per i capelli, trucchi, lucidalabbra e braccialetti; paradossalmente è possibile trovare anche coetanei della Kumari, con una vita diametralmente opposta, un destino diverso, alcuni di loro non hanno una casa e nemmeno abiti di ricambio e sono costretti a raccogliere plastica da terra, sotto al sole, per guadagnarsi due monete.
Quando la Kumari avrà il menarca, o si ferirà questo vorrà dire che la dea Durga ha abbandonato il corpo mortale e ci sarà dunque una nuova Dea bambina.
Arianna D’Angelo
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foto di copertina: Kumari, la déesse vivante – Bluesheep Journeys (voyage-nepal.com)