Quando un opinionista non ha più niente da dire
Crepet regala ai suoi fan un ritratto delle giovani donne vegane. E sul web si scatenano le polemiche.
Sto parlando di Paolo Crepet, famosissima star della psichiatria, custode del sapere sociale giovanile, figura di spicco nel panorama televisivo italiano, onnipresente opinionista social. Di formazione medico psichiatra e sociologo, ha scritto una notevole quantità di saggi e pubblicazioni.
Uomo di una certa caratura, ma non esente da scivoloni e gaffe.
Famoso per i suoi interventi in cui condensa in una prolissità edulcorata conoscenza e frasi qualunquistiche, recitate con la maestria di un incantatore di serpenti, questa volta ha toppato alla grande.
In un discorso di parecchi mesi fa, rispolverato da Selvaggia Lucarelli, in un incontro organizzato da Popsophia (associazione di “filosofia pop”), Crepet illumina il pubblico con la sua personalissima opinione sulle giovani vegane:
«Sono diventati tutti vegani sti sfigati di ventenni» tuona con disprezzo. «Pensa te, inviti una ragazza a cena e questa mangia miglio, condito con l’aceto di mele. Che ci fai con una così? Che ci si fa? L’amore? A quella viene in mente che ha le occhiaie il giorno dopo, chissà cosa si inventa…»
«Moriremo eleganti» chiosa alla fine.
Quindi le donne vegane sono insco***ili? Questa è la risposta riflessa della Lucarelli (ma anche un po’ la mia).
Avere un titolo e parlare, male, disinformando, su praticamente tutto, è l’ennesima prova che alcuni sono attaccati al loro ruolo e, piuttosto che rimanere in silenzio, preferiscono sparare alla cieca.
Da un luminare che tratta temi sociali complessi non ci si aspetta una banalizzazione così mediocre delle nuove generazioni. Come se una scelta alimentare fosse una questione di moda, un capriccio, come se i giovani non avessero un’ideologia, una morale, un’etica con cui fare i conti.
Ma la sua uscita non è semplicemente l’opinione di un maschio cis, bianco e onnivoro di 72 anni: dato il ruolo che ricopre, le sue dichiarazioni vanno inevitabilmente a influenzare l’opinione pubblica, rendendo ogni parola, anche se ambigua e pressapochista, virale.
Crepet come nuovo trend o, alla peggio, meme di se stesso.
Oltretutto, nel marasma di qualunquismo c’è anche una bella quota di sessismo, nemmeno così velata. D’altronde, ‘ste giovani donne vegane farebbero meglio a pensare prima a piacere agli altri che essere a posto con la loro coscienza!
Cosa ci regala lo psichiatra?
Una bella immagine di dieta vegana stereotipata e impacchettata a dovere, sviscerata da tutto il suo corredo caleidoscopico di declinazioni sociali, relazionali, morali, etiche, culturali e, solo infine, alimentari.
Autogol terribile, caro Crepet.
Elisabetta Carbone
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