Sex education 4: è una serie provocatoria e frivola o preziosa per gli adolescenti?
La stagione finale del teen drama di Netflix, Sex Education è sulla piattaforma streaming dal 21 settembre.
Definita apparentemente come la classica serie provocatoria e frivola per adolescenti curiosi, ma capitolo dopo capitolo, e con la conferma di quest’ultimo abbiamo ben capito che è stata molto preziosa.
Perchè Sex Education piace così tanto? La serie racconta, mostra in maniera vera e autentica tante dinamiche relazionali e contesti traumatici che possano in qualche modo impattare la psiche adolescenziale; ricordiamo che la serie è di origine britannica, scritta da Laurie Nunn, e i britannici da sempre sono attenti alla psiche umana.
Sex Education si nasconde dietro la classica struttura del teen drama, si rivolge ad adolescenti, e perché no anche agli adulti, tratta con della comicità e del drama tutto ciò che rigurda il sesso e le emozioni in ogni sfaccettatura e lo fa staccandosi da ogni tabù e confini romanzeschi. Il tutto ha ancor più valore considerando che è una serie ambientata in una cittadina immaginaria, Moordale, situata a Nord-ovest dell’Inghilterra, dove ci sono piccoli villaggi isolati in cui tutti conoscono tutto di tutti.
Ogni stagione può esser vista come singoli pezzi di puzzle che creano poi un quadro con le tematiche dell’inclusione, accettazioni delle diversità; e nello specifico in quest’ultimo pezzo di puzzle è stato trattato l’argomento della manipolazione affettiva, della depressione post- partum, del love bombing. Protagonista indiscusso di quest’ultima serie è stato Erik, carattere vivace ma sensibile e soprattutto coraggioso. Con lui ci si rende conto di quanto sia importante permettere la ricerca della propria identità, ed accettarla o ancora con il personaggio della dolce Aimee è stato come tenerla per mano nel suo percorso di guarigione dopo aver subito molestie sul bus urbano.
Sex Education è una di quelle serie che lascia il segno, che non lascia indifferenti, che ti prende così tanto che senti vicino ogni personaggio e fai il tifo per ognuno di loro. Ogni carattere viene approfondito, ci si sofferma sulle emozioni, come le esprimono in base a determinate situazioni ed eventi, ma soprattutto come queste vengono represse, e la particolarità è che mai nessuno viene reso antagonista. Lo abbiamo visto con i genitori di Erik e di Adam, che hanno fatto fatica ad accettare l’orientamento sessuale dei propri figli, ma nel corso della serie si percepisce che è tutta una questione legata alla paura e all’istinto di protezione nei confronti dei figli e non essere sempre in grado di proteggerli perché molto spesso mancano gli strumenti giusti.
Sex Education è decisamente una serie preziosa che mostra la molteplicità umana come risorsa, con quello che ne segue ossia il mondo che non risparmia alcuna sofferenza. Una serie da proteggere come abbiamo protetto dalla prima stagione all’ultima di Sex Education Otis, Maevee, Aimee, Ruby, Adam, Eric, Jean, Jackson.
Arianna D’Angelo
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