Le signore del MoMA
Tre donne, una visione: il museo d’arte moderna più celebre al mondo divenne realtà grazie al sogno di Abby Aldrich Rockfeller, Lillie Plummer Bliss e Mary Quinn Sullivan.
Tappa imprescindibile per gli amanti dell’arte moderna, il Museum of Modern Art di New York vanta oltre 200.000 opere e 94 anni di vita.
Fu infatti inaugurato il 7 novembre 1929 – con appena otto stampe e un disegno – al dodicesimo piano dell’Heckscher Building (oggi noto come The Crown Building), dove restò fino al 1932. Cambiate varie sedi a causa della mancanza di fondi, nel 1939 fu trasferito in quella attuale, nella cinquantatreesima strada di Midtown Manhattan. Ciò fu reso possibile dal marito di Abby, il noto petroliere John Davison Rockfeller Jr., che seppur restio all’idea della moglie decise infine di aiutarla e finanziare tale progetto, diventando uno dei suoi principali benefattori.
Questa storia, come tutte le storie più belle, comincia con l’amore – quello per l’arte. Abigail Greene Aldrich Rockfeller nacque nel 1873 in una famiglia dell’alta società newyorkese: ciò le permise di viaggiare per il mondo e vivere diverse esperienze culturali che la formarono e iniziarono alla passione per l’arte. Nel 1925 acquista delle prime opere, tra cui dipinti, disegni e acquerelli di diversi artisti. La sua passione per l’arte moderna cresce sempre di più e Abby realizza ben presto che a una città come New York, la quale si stava imponendo come capitale culturale per eccellenza, mancava una collezione permanente e accessibile a tutti di arte moderna. È così che comincia a desiderare e immaginare un luogo che potesse ovviare a questa necessità.
Scriveva Abby ad Anson Conger Goodyear, il primo presidente del museo: “Ho iniziato a pensare alle donne che conoscevo a New York che avevano profondo interesse per la bellezza e che compravano quadri; donne che sarebbero state disposte e che avevano abbastanza fiducia a contribuire alla creazione di un museo d’arte moderna. La signora Lillie Bliss e la signora Mary Quinn Sullivan erano perfette a questo proposito: ho chiesto loro di pranzare con me e ho esposto la questione”.
Con un pranzo venne dunque concordata la nascita dell’oggi colossale museo: a un anno da quell’incontro e pochi giorni dopo il famoso crollo della borsa valori a New York (il cosiddetto “Martedì nero”), le tre donne si buttarono in un’impresa che a tutti, ai tempi, doveva sembrare una follia.
Questo trio dal geniale intuito viene infatti ricordato, oltre che con il nome di “the ladies”, anche con quello di “the adamantine ladies” (le signore adamantine) e “the daring ladies” (le signore audaci), proprio per sottolineare l’ardimento e l’argutezza del loro istinto che ha gettato le basi per una delle più importanti collezioni di arte moderna al mondo. Tra dipinti, serigrafie, opere multimediali, fotografie e oggetti di design, la ricchezza del MoMA è la culla di tutti gli artisti e dei loro estimatori, ma soprattutto il frutto della tenacia di tre appassionate collezioniste che, senza temere il fallimento o di essere prese poco sul serio perché donne in un ambiente di prevalente dominio maschile, hanno perseguito e realizzato il sogno di condividere col mondo il loro amore per l’arte.
Giulia Gennarelli
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