Pino Mango, autore di pagine di storia del panorama musicale italiano
Successi come “La Rondine”, “Oro”, “Bella d’estate” hanno permesso di divulgare la bravura di quest’artista, diventato noto grazie alla sua particolare tecnica vocale, ossia il “semi-falsetto” che, lo rende tutt’oggi un grande ed indimenticabile cantautore nonostante l’anno 2014 l’abbia fatto volare via, proprio come una rondine.
In occasione del 6 novembre, ricordiamo quella che fu la nascita di Giuseppe Mango, nel 1954 nella città di Lagonegro.
Sin da piccolo ha manifestato un’innata passione per la musica, tant’è che si esibì per la prima volta all’età di sette anni e scandì il periodo della sua adolescenza con l’ascolto di artisti che variano dal rock al blues, come Led Zeppelin, Robert Plant, Aretha Franklin, Peter Gabriel…lasciando anche influenzare il proprio stile canoro.
In una prima fase, non lasciò essere alla musica la sua unica priorità. Così, decise di iscriversi alla facoltà di Sociologia, di tanto in tanto riscoprendo anche la volontà di dedicarsi alla scrittura quando dentro di lui scattava il bisogno di usare la propria vocalità. Questo lo rese consapevole della sua grande capacità: sviluppare linee melodiche che esaltano il cantato.
Da questo momento prende vita l’inizio della sua carriera, incidendo il brano “Su questa terra solo mia” inserita nell’album d’esordio del 1976 “La mia ragazza è un gran caldo” con la casa discografica RCA.
L’anno seguente, appoggiato dalla casa Numero 1 (la stessa che supportò Battisti nei suoi tempi d’oro) lanciò il disco in vinile da 45 giri del brano “Fili d’aria / Quasi amore” che tutt’oggi conserva la particolarità di contenere due brani che non sono mai stati pubblicati in nessun album.
Nel 1977, incise un altro 45 giri contenente i brani “Una danza / Non aspettarmi”.
Trascorsi tre anni dal primo album lanciato, ne inciderà un secondo col nome di “Arlecchino” nel 1979 e decise di proporsi artisticamente con l’aggiunta del nome: Pino Mango.
È nel 1982 che inciderà un terzo lavoro discografico, intitolato “È Pericoloso sporgersi”, grazie alla casa discografica Fonit Cetra.
Nel 1984 presentò un provino che, a suo malgrado, non venne considerato.
L’incertezza dettata da questo periodo fece sì che Mango decidesse di abbandonare il campo musicale per dedicarsi totalmente agli studi accademici.
Incurante del fatto che quest’anno avrebbe preservato al cantante l’occasione per lasciarsi conoscere e concretizzare il suo sogno.
Fu Mogol, artista di spessore, che si accinse ad ascoltare un passaggio del provino che lo lasciò ben impressionato così da voler incontrare Mango.
Il cantante lucano, dopo essersi rifiutato più volte perché mosso dalla convinzione che la strada giusta sarebbe stata quella di seguire gli studi, si lasciò convincere e incontrò Mogol, il quale era in compagnia di Mara Majonchi e Alberto Salerno.
L’incontro fu propositivo e promettente per il giovane artista che da lì a poco compose una delle canzoni che per eccellenza lo rappresentano “Oro”, dando vita ad una nuova avventura discografica – affiancato da una collaborazione sempre più fitta con Mogol – che segnerà un momento di grande importanza nel suo percorso artistico.
È il successo di Oro a trasportarlo sul palcoscenico sanremese. La prima volta, debutta al Festival con “Il Viaggio”, conquistandosi il premio della critica; poi, pubblicato il 45 giri, realizza l’album “Australia”.
Per i prossimi due anni continuerà ad essere partecipe al festival della musica italiana per eccellenza. Nel 1986, gareggiando nella categoria Big con “Lei verrà”, ed ovviamente nel 1987 portando in gara il brano “Dal cuore in poi”.
Ritornato sulla scena sanremese sia nel 1995, cantando “Dove vai” – premiato come miglior arrangiamento della manifestazione canora – sia nel 1996, quando con la partecipazione di Zenina, presenta al pubblico il brano “Luce”.
Avanzando negli anni 2000 (precisamente nel 2002) noteremo un cambiamento nella struttura dei brani di Mango perché mosso dal bisogno di raccontarsi, la sua vena compositiva verrà dettata dalla parte più profonda del suo io. A simboleggiare ciò è la pubblicazione di un album composto da inediti, ossia “Disincanto”, del quale è autore di gran parte dell’album, in cui dominerà la scena il brano “La rondine”.
Il 2004 viene ricordato come un anno estremamente favorevole e fruttifero grazie ad una serie di eventi importanti, come: la pubblicazione del singolo “Ti porto in Africa”, composto interamente dall’artista; il duetto con il maestro Lucio Dalla in “Forse che sì, forse che no” con il quale già precedentemente ebbe una collaborazione che detterà la composizione di un altro successo “Bella d’estate”; la presentazione del suo primo libro di poesie, intitolato “Nel malamente mondo non ti trovo” che racchiude 54 poesie che rappresentano un nuovo volto per l’artista, ossia quello da poeta.
Nel 2005 viene pubblicato dalla Sony-BMG il brano “Ti amo così“, un canto all’amore trattando la vita con toni poetici, di cui la sua sola ispirazione sono stati i sentimenti che, messi sul pentagramma giungono alla composizione del singolo “Dicembre degli aranci”, presentato in duetto con la moglie Laura Valente.
Abbiamo messo in luce il percorso artistico di un cantante, cantautore e compositore che purtroppo fu colpito da un malore durante un concerto tenuto a Policoro, accompagnato dalla canzone che ha sancito l’inizio del suo successo: “Oro”.
Ed è proprio grazie alla sua ricca carriera, dovuta alla magia e alla raffinatezza della sua voce che lo renderà eterno nei successi italiani più meritevoli.
Alessandra Lima
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