Violenza sessuale: sempre più donne vittime di stupro
La violenza sulle donne ha raggiunto delle percentuali altissime, soprattutto negli ultimi tempi.
Sono sempre più le donne vittime di uomini violenti, veri e propri carnefici, per i quali la donna è un “oggetto” e non ha alcun valore.
Si sente spesso parlare di donne picchiate dai propri partner, ma anche le violenze sessuali sono oramai (purtroppo) all’ordine del giorno.
Elaborare un sopruso o un abuso, non è facile, ma per fortuna esistono diversi mezzi di tipo specialistico, che permettono di ricominciare.
È bene sottolineare che la violenza non è in alcun caso giustificabile e va denunciata subito, sin da quello che potrebbe sembrare “semplicemente uno schiaffo”. Anche una spinta, il tono di voce alto, possono rappresentare campanelli di allarme di una situazione che può degenerare.
Se si è vittima di violenza sessuale, uno strumento utile è la psicoterapia; affidandosi al professionista giusto, è possibile ricostruire quanto accaduto e mettere un punto, seppur figurativo, che però consente di ricominciare con uno spirito diverso.
In ambito psicologico, molti psicoterapeuti consigliano di sottoporsi ad ipnosi: un viaggio dentro se stessi, una condizione di concentrazione della mente verso il proprio mondo interno, senza lasciarsi trasportare da stimoli esterni. In questo caso si può parlare di psicoterapia ipnotica, una vera e propria rieducazione dell’adattamento del paziente alla vita e all’integrazione della sua personalità in essa.
Ricostruire ciò che è stato, catapultandosi in quella situazione, ricordando dettagli, elementi e fattori utili al trattamento.
A seguito di una violenza sessuale, spiegano gli specialisti, nasce in chi ha subito, un forte senso di colpa. La donna si mette al primo posto, colpevolizzandosi per quanto accaduto. Tale procedimento, scatta in automatico e purtroppo si sedimenta dentro sè, senza dare tregua, perseguitando in ogni momento della giornata.
Ecco perchè in caso di violenza, in questo caso di tipo sessuale, è utilizzato il protocollo ipnotico di Lankton per la risoluzione del trauma: partendo dal presupposto fondamentale che la persona abusata ha comunque varie parti di sé forti e che la vittima non poteva difendersi, fa sì che la parte forte della persona vada ad aiutare la parte traumatizzata, spiegandole bene cosa stesse succedendo in quel momento, debellando la colpa e portandola via dall’episodio traumatico.
“Sentivo le sue mani fredde sulla mia pelle, erano grandi e possenti; mi spinse sul letto, di spalle e mi fece sua. Non riuscivo a dire niente, una delle sue mani tappava la mia bocca, non avevo la forza di gridare, a cosa sarebbe servito? Avrebbe smesso? No.
Tu sei mia, solo mia – continuava a ripetermi, arrabbiato, mentre mi entrava dentro con forza. Il dolore era talmente forte che penso di aver perso conoscenza più volte, non credo di esser stata sempre vigile. Provavo a concentrarmi su altro, mentre lui mi usava, mi percuoteva, offendeva il mio corpo. Ah no, il suo, come mi ripeteva spesso. Le mani tra i capelli, il corpo completamente assente a tutto ciò, lì con lui alle spalle o di fronte. La vista annebbiata. Una cosa vedevo bene. Il suo sorriso. Quel maledetto sorriso che avrei sfregiato graffiandogli la faccia, come un gatto impazzito che t’assale.
Sopportavo in silenzio, più e più volte. Era diventata normalità, anche se in tutto ciò di normale non c’è niente. Si perdono le forze, si perde la speranza e man mano si affievolisce ogni tentativo di liberarsi da quell’inferno. Speri solo che passi, presto. Poi corri sotto alla doccia e provi a pulire il corpo da quello schifo che senti sulla pelle. L’unica cosa che si prova è umiliazione. Mentre lui magari è nell’altra stanza, fiero per aver sottomesso la sua “preda”.
La puzza del fumo della sigaretta arriva sino al bagno. Lo guardo dallo spioncino della porta, ho paura, lo odio profondamente e al contempo odio anche me stessa, ma le gambe diventano di piombo, la voce non esce, le forze mancano. La mente è altrove.
Il cuore frammentato in mille pezzi.
Senti solo il dolore sulla pelle che… non passerà mai”.
Questa è la parte di una seduta di ipnosi su una donna che preferisce non svelare il proprio nome. Struggente è dire poco, ma lei stessa ha dichiarato che grazie alla psicoterapia ipnotica ha scoperto la bellezza e la positività del mondo, ricongiungendosi con se stessa.
Ricordiamo che lo stupro, dev’essere sempre denunciato; spesso la vergogna e il senso di colpa spingono a non denunciare la violenza subita, nulla di più sbagliato per il proprio bene e per preservare altre donne.
Lo stupro è oggetto del diritto internazionale umanitario – ovvero la branca delle norme di diritto internazionale che disciplinano i conflitti armati, tutelando le vittime di guerra e più in generale i diritti inalienabili dell’essere umano.
Con i termini stupro, abuso sessuale, violenza carnale e violenza sessuale si descrive lo stesso tipo di reato, caratterizzata da attività sessuale senza consenso di chi la subisce.
Ecco dunque che il primo passo è tenere conto dello stato d’animo di chi subisce la violenza, notare determinati atteggiamenti che potrebbero degenerare in gravi stati depressivi e ansia generalizzata. In alcuni casi possono verificarsi anche episodi dissociativi, come il sentirsi distaccati o estranei al proprio corpo o percepire come irreale il mondo esterno.
Purtroppo molto spesso le strategie utilizzate dalle vittime per gestire le emozioni più dolorose si rivelano efficaci nell’immediato ma controproducenti e fonte di ulteriore sofferenza e disagio sul lungo periodo.
È importante non sentirsi in colpa, anche se inizialmente può sembrare difficile e l’unica soluzione. La violenza non può essere MAI giustificata e chi la commette ovviamente deve pagare, così come stabilito dalla legge.
Gli strumenti a disposizione delle donne, sono molti. Una cosa è certa: la donna potrà sempre ricominciare senza pesi sulla coscienza, a differenza di chi commette il reato, che dovrà fare i conti con il misfatto.
Da cosa nasce la violenza sulle donne?
Secondo gli esperti, chi usa violenza sulle donne, oltre ad avere dei seri problemi comportamentali, probabilmente regressi e repressi, che non possono in nessun modo esser giustificati, ha delle gravissime lacune culturali. La donna infatti, è da sempre celebrata, talvolta divinizzata come essere angelico. Volgendo lo sguardo al passato letterario, un esempio lampante è Dante Alighieri, il sommo Poeta, che parlava di – donna angelo.
Da quella visione si sono sviluppate altre immagini relative alla figura femminile, elogiata e amata, sinonimo di bellezza interiore ed esteriore, sensibile, talvolta timida, empatica.
Ecco perchè secondo chi studia lo spinoso argomento, sottolinea quanto il contesto culturale in cui crescono determinate persone (in questo caso uomini) è fondamentale. Di certo non scagiona e non giustifica, ma permette di capire. Anche se alcune cose non hanno bisogno di essere comprese, semplicemente non dovrebbero verificarsi.
Le donne devono essere rispettate, sempre, indipendentemente dalla situazione o dalla circostanza.
Gerardina Di Massa
Illustrazione di Edoardo Iodice
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