Cinque classici da leggere (e rileggere) in autunno
Cosa c’è di più bello delle passeggiate sotto il sole tenue d’autunno, del camminare su tappeti di foglie colorate e scricchiolanti?
E quale pomeriggio migliore di quello passato a sorseggiare tè e leggere libri con il primo freddo che incede?
La letteratura non ha stagionalità e secondo il mio gusto di lettrice tutti i romanzi classici sono indicati per qualsiasi tempo dell’anno, però ve ne sono alcuni che per atmosfera o ambientazioni sembrano essere la compagnia perfetta per queste giornate un po’ miti, un po’ uggiose.
Ecco, dunque, cinque letture consigliate che riusciranno a farvi respirare ancora di più la magia di questa stagione così poetica.
1) Jane Eyre
Capolavoro della scrittrice più prolifica tra le sorelle Brontë, “Jane Eyre” è un’eccepibile lettura autunnale. Il racconto dell’io narrante comincia proprio in un giorno di novembre e la componente atmosferica, come in tutti i romanzi delle tre talentuose sorelle, è molto presente: tra le pagine di Charlotte Brontë è soprattutto la pioggia a fare capolino.
Terminati gli studi, l’intelligente e indipendente Jane troverà lavoro come istitutrice per Adele, la figlia del ricco Mr Rochester, il quale nota subito la sua argutezza. L’attrazione tra i due è evidente, ma aleggia su di loro e sulla loro possibile felicità un segreto nascosto, infine svelato.
Pubblicato nel 1847, Jane Eyre è un meraviglioso romanzo di formazione e di emancipazione, nonché, come tutti i classici, una lettura sempreverde.
«Non sono un uccello; e non c’è rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontà, che ora esercito lasciandovi.»
2) Walden ovvero Vita nei boschi
Nel 1845 lo scrittore statunitense Thoreau fugge dalla società per rifugiarsi in una capanna lungo le sponde del lago Walden, nel Massachusetts. “Walden; or, Life in the Woods” è il resoconto di questa esperienza che ci offre brillanti osservazioni sull’uomo e sulla vita ma anche suggestive descrizioni della natura, di quei boschi che furono la casa dell’autore per circa due anni.
«Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.»
3) Rebecca, la prima moglie
In questo romanzo del 1938, il più noto della scrittrice inglese Daphne du Maurier, risuonano echi della trama di Jane Eyre.
La protagonista ventunenne ci narra dell’incontro con suo marito, un uomo più grande, ricco e vedovo, e di come non fosse stato semplice per lei adattarsi al nuovo ruolo di moglie e ambientarsi nella casa dove abitava prima un’altra donna, Rebecca, la cui presenza è comunque palpabile. Così Daphne du Maurier, attraverso una prosa straordinaria, tesse una trama gotica e misteriosa che vi terrà col fiato sospeso.
«Non si è molto coraggiosi, quando si ha ventuno anni. Sono tempi pieni di piccole viltà, di minime paure senza fondamento, e ci si sente così presto vinti, ci vuol tanto poco a esser feriti; si cede alla prima parola pungente.»
4) Il ritratto di Dorian Gray
Emblema del movimento letterario dell’estetismo – l’esaltazione dell’arte e della bellezza – “Il ritratto di Dorian Gray”, pubblicato nel 1890, è l’unico romanzo dello scrittore irlandese Oscar Wilde.
Protagonista dell’opera, come da titolo, è il giovane Dorian Gray. Alla vista di un suo ritratto fatto dall’amico Basil Hallward, il quale lo raffigura in tutta la sua giovane bellezza, si renderà conto del privilegio che il suo eccezionale aspetto fisico gli conferisce e comincerà così a esserne ossessionato, tanto da volerlo rendere immutabile nello stesso modo in cui sarebbe rimasto intatto nel tempo – credeva – il dipinto.
«E la bellezza è una manifestazione del genio. In realtà è più elevata del genio, perché non ha bisogno di spiegazioni. È una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole o la primavera, o come il riflesso nell’acqua cupa di quella conchiglia argentea che chiamiamo luna. Non può venire contestata. Regna per diritto divino e rende principi coloro che la possiedono.»
5) Frankenstein o il moderno Prometeo
Tra le figure letterarie più note e trasposte in altre arti, la creatura del dottor Frankenstein è entrata nel nostro immaginario collettivo grazie alla penna di Mary Shelley, la geniale scrittrice che ideò questa storia a soli diciannove anni. Il romanzo, pubblicato nel 1818 e poi rivisitato per un’edizione del 1831, è scritto sotto forma epistolare e narra del desiderio dello scienziato Victor Frankenstein di dare vita alla materia inanimata, della realizzazione di questo sogno e del suo conseguente pentimento – il perché sta a voi scoprirlo!
«E io ho dato il cuore per conoscere la saggezza e per conoscere il furore e la follia e ho compreso che tutto è vanità e afflizione dello spirito. Perché in molta saggezza vi è molto dolore e colui che accresce la conoscenza accresce la sofferenza.»
Giulia Gennarelli
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