Giornata della Memoria: i genocidi non finiscono mai
Oggi 27 gennaio è la Giornata della Memoria, un giorno particolare in cui si commemorano le vittime della Shoah.
Il tragico evento, ricordato anche come Olocausto, ha avuto un giorno a lui dedicato proprio dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2005.
Si stabilì quella data poiché nel 1945 l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz e tutti i suoi prigionieri.
In tale luogo i nazisti compirono gesti inimmaginabili e, una volta arrivati, i russi si trovarono davanti le testimonianze di una delle più grandi tragedie del secolo scorso.
Sappiamo, però, che questo non fu l’unico evento drammatico avvenuto, e che tentativi di sterminio non solo ci sono stati ma continuano ad accadere.
Secondo l’ONU il genocidio è ogni tipo di “atto commesso con l’intenzione di distruggere, in tutto in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”.
Ovviamente si tratta di un reato gravissimo, pari al terrorismo e fa parte dei crimini internazionali.
Come abbiamo già scritto, la Shoah non è l’unico genocidio che si ricorda.
Massacro degli armeni
Durante la prima Guerra Mondiale, il popolo armeno fu massacrato dai turchi che deportarono gran parte della popolazione con l’intento di sterminarla.
L’idea era sempre la stessa, creare uno stato monoetnico sia linguisticamente e culturalmente e gli armeni, molto più vicini all’Occidente, erano un ostacolo da dover abbattere.
Nel 1915 si diede avvio a questo terribile piano, prima con la parte della popolazione armena più ricca, poi con tutto il resto. La maggior parte di loro morì e i beni vennero confiscati.
Genocidio dei Balcani
Altro evento da tenere a mente e il genocidio dei Balcani, durante la guerra tra i paesi dell’ex Jugoslavia: Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia- Erzegovina, Montenegro e Macedonia.
Cosa successe? In Serbia, partire dal 1937, si tentò di “ripulire” il territorio dagli stranieri, che in questo caso era la popolazione del Kosovo.
La Serbia, già molto provata da un grande massacro in Croazia, con la disgregazione dell’ex Jugoslavia decise di attuare un progetto per costruire la Grande Serbia.
Ovviamente in questa idea non erano ammessi stranieri.
Nel 1992 ci si sposta in Bosnia, un paese con una popolazione mista e maggioranza dei musulmani. Qui si snodano due eventi: il primo è l’assedio di Sarajevo, durato ben quattro anni, mentre il secondo è il genocidio di Srebrenica.
Durante questo triste evento morirono circa 8000 uomini musulmani, uccisi da serbi. L’accordo fu trovato solo nel 1995, ma il massacro era stato compiuto.
Oggi si può parlare di genocidio?
Questi sono solo alcuni dei genocidi peggiori della storia, ma c’è la possibilità che l’ennesimo si compia, proprio davanti ai nostri occhi. Sto parlando della guerra tra Israele e Palestina, un evento che, in realtà, è iniziato diversi anni fa.
Sebbene non sia ufficialmente definito tale, ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza è assolutamente disumano.
Rinchiudere una popolazione in un territorio circoscritto, privarla di elettricità, acqua e cibo, attaccandola continuamente, sembrano dei presupposti più che validi.
L’11 gennaio 2024 è iniziato il processo per genocidio contro Israele accusato dal Sudafrica proprio alla Corte Penale Internazionale dell’Aia. Si sosterrebbe, infatti, che Netanyahu stia violando la Convenzione del 1948, compiendo uccisioni tra civili.
Israele ha smentito immediatamente le accuse, ma ci vorranno diversi anni per stabilire la verità.
Intanto, il bilancio dei morti palestinesi si aggira, secondo i numeri proclamati da Hamas, intorno ai 25.000. Numeri considerevoli.
Insomma, il genocidio è un reato gravissimo, una delle forme di disumanità più grandi. Cercare di eliminare una popolazione perché ritenuta inferiore o di ostacolo è qualcosa di inimmaginabile.
La Giornata della Memoria è stata istituita per ricordare non solo i 6 milioni di ebrei che persero la vita durante l’Olocausto, ma per far sì che una cosa del genere non accada mai più.
Ma siamo sicuri di aver imparato?
Aprire le menti e gli occhi davanti agli eventi che stanno accadendo è fondamentale per poter apportare un vero cambiamento.
Martina Maiorano
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