Cos’è la Sindrome di Stendhal?
“Le parole sono sempre una forza che si cerca fuori di sé”, ci tramanda Stendhal, un noto scrittore francese.
Talvolta, la forza di trovare le parole adatte a valorizzare quello che ci emoziona, viene scaturita dalla bellezza – in campo artistico – a cui sottoponiamo il nostro sguardo. Vi sono diverse reazioni emotive scatenanti che possiamo racchiudere in Sindrome di Stendhal.
La Sindrome di Stendhal è un disturbo psico-somatico che colpisce chiunque che, esposto dinanzi ad un’opera d’arte d’immensa bellezza, non è in grado di gestire l’intensità delle emozioni che lo pervade, sfociando in uno stato di turbamento che può persistere per ore o giorni addirittura.
Può verificarsi principalmente per le opere architettoniche e pittoriche, ma generalmente può colpire anche in seguito alla vista di un paesaggio mozzafiato o all’ascolto di un importante opera musicale.
Maggiormente esposti al “rischio” sono le persone che possiedono una certa sensibilità artistica, inclini a forti reazioni emotive quando osservano opere d’arte o capolavori; ciò non toglie che l’imprevedibilità stia dietro l’angolo, nel senso che possono essere colpiti anche i tipici viaggiatori solitari, quelli che amano perdersi nella bellezza e che godono di una buona istruzione, in un’età che va dai 25 ai 40 anni.
Affinché si sperimenti tale fenomeno è necessario che si abbia, dunque, una predisposizione naturale per lasciarsi andare ad emozioni molto intense e una connessione personale con l’opera stessa, tant’è vero che alcuni studiosi sostengono che la Sindrome di Stendhal sia connessa ad esperienze estetiche primarie vissute durante l’infanzia, in modo particolare il legame emotivo con la figura materna.
“Come si manifesta la Sindrome di Stendhal?”: in diversi modi.
Infatti, nella migliore delle ipotesi vige quella in cui ci si sente travolti dalla straordinarietà del capolavoro, in modo da condurre il soggetto ad un’estasi contemplativa in preda all’euforia e al senso di meraviglia; nella peggiore invece, le reazioni possono essere diverse dal momento che le affezioni psico-somatiche che colpiscono il soggetto scatenano in lui una condizione di malessere generale. Motivo per cui, la Sindrome di Stendhal può comportare svenimenti, attacchi di panico, allucinazioni e presentarsi sotto forma di tachicardia. Tuttavia se queste reazioni presentassero un peggioramento, è necessario rivolgersi ad un medico che potrà somministrare una cura ricorrendo a farmaci tranquillanti, utili ad alleviare stati di agitazione.
“Il fatto che tale sindrome prenda il nome da uno scrittore francese, vuole suggerirci qualcosa?”: è bene sì, viene chiamata in questo modo perché fu lo stesso Stendhal ad esserne affetto…proprio a Firenze, nel 1817. Difatti, è conosciuta anche sottoforma di Sindrome di Firenze.
Stendhal, in quell’anno compì un tour esplorando le principali città italiane. Trovandosi a Firenze, dopo aver fatto visita alla Basilica di Santa Croce, avvertì una ventata di emozioni fortissime, così da provare capogiri e tachicardia.
È possibile leggere una sua dichiarazione in merito, grazie al suo diario di viaggio: “Ero già in una sorta di estasi all’idea di trovarmi a Firenze (…) Assorbito nella contemplazione della bellezza sublime, la vedevo da vicino, la toccavo per così dire. Ero giunto a quel livello di emozione, dove si incontrano le sensazioni celestiali date dalle arti e i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un tuffo al cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”.
Queste parole hanno permesso che la sindrome si diffondesse sempre di più, da diventare “espressione” delle incontenibili emozioni che folgorano l’anima degli amanti dell’arte, sconfinando i limiti geografici, proprio perché la Sindrome di Stendhal varca anche il patrimonio artistico della città di Napoli e non solo, in quanto la bellezza può essere scovata in qualsiasi parte del mondo e sopraggiungere dentro di noi, inaspettatamente.
Quindi, agli artisti, ai poeti, ai musicisti e a coloro che hanno la nobile capacità di emozionarsi: “La bellezza salverà il mondo”, questa è una perla del grande Fëdor Dostoevskij, che cito per indurre all’attenta e sensibile osservazione verso i tesori che il mondo stesso ci offre.
Alessandra Lima
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