Il mito di Prometeo, colui che rese liberi gli uomini
Il mito di Prometeo narra di colui che sfidò il volere degli dei dell’olimpo, un Titano amico dell’umanità e del progresso che rubò il fuoco agli dei per darlo agli uomini, proprio per quest’ultimo motivo subì l’esemplare lezione da Zeus, che adirato lo incatenò a una rupe ai confini del mondo.
Per questo Prometeo oggi spesso simboleggia la lotta del progresso e della libertà contro il potere, colui che opponendosi al volere degli dei che volevano il proprio popolo chiuso nelle “tenere”, portò loro “la luce” a discapito anche della propria incolumità.
Il mito
Prometeo , in greco antico Promethéus, ossia “colui che riflette prima”, era uno Titani, che controllavano l’universo prima degli dei dell’Olimpo. Figlio di Giapeto e di Climene e appartiene alla stirpe delle divinità preesistenti a Zeus.
Assieme al fratello Epimeteo, in greco, “colui che pensa dopo” creò gli esseri umani. Secondo Esiodo, Platone e molti altri, forgiò l’umanità a partire dal fango o «impastando l’acqua piovana», secondo Ovidio.
Prometeo aveva cinque coppie di fratelli gemelli, i Titani. Un giorno essi si ribellarono a Zeus, Prometeo e suo fratello Epimeteo si schierarono dalla parte di Zeus anziché dei Titani. Questo permise a Prometeo di diventare amico degli altri dei dell’Olimpo.
Tra loro c’era Atena, figlia di Zeus, che ebbe modo di insegnare ai Titani le arti dell’architettura, astronomia, matematica, medicina, metallurgia e anche della navigazione.
Il Titano e suo fratello, avendo ricevuto dagli Dei un certo numero di buone qualità, da distribuire saggiamente fra tutti gli esseri viventi. Epimeteo, cominciò a distribuire queste buone qualità agli animali, in modo casuale. Considerando che non pensava prima di agire si dimenticò degli uomini.
Così, per rimediare, Prometeo diede agli umani l’intelligenza e la memoria, successivamente si recò allora dalla Dea Atena, Dea della saggezza e dell’artigianato, affinché lo facesse entrare di notte nell’Olimpo. Giunto lì accese una torcia col fuoco del carro di Elio (il dio del Sole) e fuggì.
Quando Zeus venne a sapere che Prometeo aveva riportato il fuoco agli uomini andò su tutte le furie e ordinò a Efesto, Dio della scultura, della metallurgia, di creare una donna bellissima a cui venne dato nome Pandora: era la prima donna del genere umano.
Zeus allora mandò Pandora in dono ad Epimeteo, affinché la sposasse e lei potesse, poi, punire il genere umano. Epimeteo, però, avvertito dal fratello, la rifiutò.
Allora Zeus, furioso, decise di punire una volta per tutte Titano e anche gli uomini che egli difendeva. Così fece incatenare Prometeo a una roccia sulla vetta del monte Caucaso. Lì, ogni giorno, un’aquila gli divora il fegato per il resto dell’eternità, ogni notte le sue ferite e il suo fegato guariscono. Questa punizione servì da monito per ricordare a tutti di non sfidare la grandezza e la potenza degli Dei.
Alice Gallosi
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