Movimento nappy: da hairstyle a movimento rivoluzionario
Ma quanto sono belli i capelli ricci.
Negli ultimi anni, le chiome lisce perfette hanno finalmente lasciato il posto a quelle mosse e naturali.
Per molto tempo il capello riccio è stato maltrattato, demonizzato e continuamente stirato così da sembrare meno disordinato.
Le chiome che ne hanno sofferto di più sono state sicuramente quelle afro, infatti, donne e uomini hanno sempre nascosto la loro capigliatura per avvicinarsi ai canoni estetici occidentali e occultare le proprie origini.
Il movimento nappy, nato negli anni 60, ha detto basta a questa pratica.
Si tratta dell’unione tra il termine natural e happy, per sottolineare la felicità di mantenere la propria capigliatura e, di conseguenza, la propria identità.
È nato negli Stati Uniti, ma si è diffuso in tutto il mondo molto velocemente. Non si tratta, infatti, solo di capigliatura ma è diventato una vera e propria filosofia di vita.
Le donne con capelli afro, a causa delle colonizzazioni e costrizioni da parte dell’Occidente, hanno avuto la tendenza a nascondere i propri capelli.
Come sappiamo l’uomo bianco è sempre stato convinto di essere superiore rispetto agli altri e, di conseguenza, di poter imporre i propri usi e costumi.
Il movimento nappy nasce per cambiare pensiero, infatti il termine Nap veniva usato in maniera dispregiativa riguardo ai capelli afro. Oggi il punto di vista si è spostato dalla connotazione negativa a quella positiva e il movimento rappresenta non solo un modo di portare i capelli, ma soprattutto libertà di espressione.
L’attivista afroamericana Angela Davis, che faceva parte del gruppo Black Panther, intorno al 1960 sfoggiò i propri capelli afro, per dare un segnale forte alla comunità occidentale.
E direi che ci è riuscita!
Da quel momento in poi artisti afro discendenti portavano con orgoglio i loro capelli naturali, senza dover sottostare alle imposizioni culturali dell’Occidente.
I Jackson Five, per esempio, sposarono questa idea e piano piano si adattarono anche altri artisti. Bob Marley, addirittura, adottò lo stile dei rasta legato alla musica reggae e alla corrente Rastafariana.
Dagli anni 2000 in poi ci fu il boom del movimento nappy e oggi, finalmente, c’è la piena accettazione della propria capigliatura e di conseguenza della propria identità.
Molte sono le serie e i film in cui si tratta questa filosofia e si abbandonano completamente le costrizioni sociali e culturali imposte dagli Stati occidentali, cosicché ognuno possa sentirsi libero di portare con orgoglio i propri capelli.
Martina Maiorano
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