Turismo sessuale: cos’è e dove si attua
Si dice che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo.
Sicuramente non è così, ma viene praticato legalmente e illegalmente in diversi paesi del pianeta.
Di solito quando si pensa alla prostituzione, viene subito in mente la vendita del corpo femminile. In realtà siamo qui per parlare di qualcosa che potrebbe sconvolgere molti: il turismo sessuale.
Questo vede come protagonisti sia uomini che donne che, in cambio di denaro da parte di turisti, “intrattengono” quest’ultimi.
Soprattutto in Africa sono diversi i paesi diventati vere e proprie mete del turismo sessuale. Molti occidentali ricchi, sia uomini che donne, frequentano luoghi per soddisfare i propri piaceri, che potrebbero essere illegali nel proprio paese.
Gambia, Tanzania e Kenya sono in cima alla lista dei paesi africani dove il turismo sessuale pare avere radici storiche e ancora oggi è molto sviluppato.
In Nigeria invece è più frequente la prostituzione forzata delle giovani donne, sfruttate per ricevere pochi soldi.
A causa della mancanza di controlli, l’Africa è uno dei continenti principali dove si sviluppa il fenomeno del turismo sessuale. Non è possibile, infatti, avere conoscenze precise sui dati effettivi di tale pratica poiché, nel paese, influisce molti tabù riguardo il sesso.
Come abbiamo letto all’inizio, questo tipo di prostituzione non coinvolge solo le donne, ma anche i ragazzi. Sono sempre più le signore che visitano l’Africa per soddisfare i propri piaceri con i giovani del posto.
Sebbene questo possa sembrare crudele dato lo sfruttamento che c’è dietro questa pratica, il turismo sessuale non si limita solo agli adulti.
Sono sempre di più i minori coinvolti in questo fenomeno, si tratta di bambini abbandonati o addirittura spinti dalle proprie famiglie a prostituirsi.
Sappiamo bene che la prostituzione è una pratica illegale in Italia e, se riguarda i minori, diventa reato gravissimo.
Le ragioni che spingono i bambini e, soprattutto, le loro famiglie a tale scelta sono di natura sociale e legate alla povertà.
Il Kenya è uno dei paesi dove si pratica più turismo sessuale minorile. Secondo i dati dell’Unicef il 30% delle giovani tra i 12 e i 18 anni pratica lavori sessuali e diversi bambini iniziano prima della pubertà.
Per contrastare questi fenomeni e far capire la gravità e lo sfruttamento che c’è dietro il turismo sessuale, nel 2012 in Italia sono partite diverse campagne di sensibilizzazione per la tutela dei diritti dei minori del mondo. In tale occasione sono stati distribuiti e affissi manifesti per denunciare la pratica che riguarda i bambini, e per evidenziare le pene di tale reato.
Nel nostro paese la legge 269/1998 riguarda le normative contro lo sfruttamento della prostituzione minorile con il principio di extraterritorialità, ovvero, gli italiani che applicano turismo sessuale minorile in un altro paese possono essere inquisiti.
Insomma questo fenomeno così diffuso, soprattutto nei paesi più poveri, va sempre a scapito della popolazione locale. Ancora una volta gli occidentali ricchi e strafottenti, schiacciano i più deboli nel modo peggiore.
Grazie alle leggi, soprattutto di enti e cooperative umanitarie, si può cercare di controllare l’andamento del fenomeno, ma non è abbastanza.
Sarà importante invece rendersi conto di quanto male si può arrecare ad un altro individuo, soprattutto se è un bambino, e forse riuscire a fare la differenza.
Martina Maiorano
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