Geografia senza confini – Partiamo dalle basi storiche
Come per ogni argomento, anche per conoscere la Geografia bisogna partire dal principio: com’è nata, di cosa si occupa, come mai questa materia di studio si chiama così?
In questo articolo faremo un excursus di ciò che è stata la Geografia fino ad arrivare ai giorni nostri: tanti sono stati i cambiamenti che sono avvenuti nel corso del tempo, tutti collegati da un filo ben preciso.
Gli Antichi Egizi furono i primi geografi dell’area mediterranea, ai quali si aggiunsero – al di fuori delle zone mediterranee – le geografie dei Babilonesi e dell’India.
Dai Greci deriva il nome che tutt’ora utilizziamo in Occidente: infatti, il termine “geografia” in greco antico deriva dalle parole γῆ (geo), “terra” e γραφία (grafia), “descrizione, scrittura”, vale a dire “descrizione della terra”.
Infatti, la geografia si occupa dello studio, della descrizione e della rappresentazione della Terra nella configurazione della sua superficie, oltre alla estensione e distribuzione di fenomeni biologici, umani e fisici che la interessano e che, confrontandosi tra loro, ne modificano continuamente l’aspetto.
Ad introdurre il nome di questa scienza fu Eratostene, ed introdusse anche l’uso delle coordinate sferiche latitudine e longitudine per individuare le varie località geografiche. L’uso di metodi astronomici per il calcolo delle longitudini lo introdusse Ipparco di Nicea, dando così importanti progressi all’interno della geografia.
Nel corso dei secoli sono stati vari i testi che hanno contribuito alla concezione moderna di geografia, a partire dal breve trattato Chorogràphia di Pomponio Mela, primo geografo romano di cui abbiamo notizie, e dall’imponente Storia – di cui abbiamo solo pochi frammenti – e Geografia di Strabone, vissuto fra il I secolo a. C. ed il I secolo d. C.
La geografia matematica, introdotte da Eratostene e Ipparco ma che Strabone non ha ripreso, venne nuovamente ripresa nel II secolo d.C. da Marino di Tiro e, soprattutto, da Claudio Tolomeo in quanto nella sua Geografia riporta le coordinate sferiche di 8000 diverse località, oltre ad esporre i metodi di proiezione usati nella cartografia.
Anche il Medioevo diede un grande contributo allo studio della geografia, grazie ai geografi Arabi che crearono opere di ottima qualità come Libro del Re Ruggero di Idrisi del XII secolo.
L’uomo avvertì il bisogno di uno studio più accurato con le grandi esplorazioni terrestri e marittime dirette in Asia e nelle Americhe: grazie alla riscoperta dell’opera geografica di Tolomeo, nella seconda metà del XV secolo in Europa ci fu una rinascita della cartografia. Infatti, fu in quegli anni che ci furono i primi atlanti europei ottenuti con l’uso dei metodi della cartografia matematica.
Nel Settecento la geografia iniziò ad essere utilizzata con il solo scopo di raccogliere dati sulle caratteristiche fisiche, sociali, economiche e storiche di ogni paese, mentre nell’Ottocento nacque la cosiddetta geografia moderna.
La nascita della geografia moderna fu merito soprattutto dei tedeschi Alexander von Humboldt, che ne creò l’indirizzo naturalistico, e Carl Ritter, che ne fondò l’indirizzo antropico-storico: solo in un secondo momento questi due indirizzi vennero uniti in uno solo.
La quantità di conoscenze e di strumenti disponibili sono aumentati molto negli ultimi due secoli. Si è inoltre notato di come la geografia abbia forti legami con le scienze di geologia e botanica, ma non sono da sottovalutare i campi di economia, sociologia e demografia.
Irene Ippolito
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