Memoria eidetica: cos’è e quali sono le caratteristiche
La memoria eidetica o idetica, chiamata impropriamente memoria fotografica, è la capacità naturale di visualizzare mentalmente le immagini dopo averle viste solo per pochi istanti, con grande precisione e nitidezza per un breve periodo dopo la visione.
Non accade solo con le persone, talvolta anche dopo aver attentamente osservato un quadro all’interno di un museo se ne riconoscono le fattezze, anche se in altri contesti. Non solo colori, ma anche disposizione di eventuali oggetti, soggetti ritratti, luci, ombre, gestualità.
Le persone dotate della memoria eidetica sono in grado di ricordare fino a una percentuale del 100% parole e numeri su 500 pagine di testo, o i dettagli di un’attività svolta anni e anni prima.
Si tratta di una capacità fuori dal comune riscontrata in un piccolo numero di individui, soprattutto nei primi anni di vita: si stima che tra il 2% e il 10% di bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni.
Quali sono le differenze tra memoria fotografica e memoria eidetica?
Chi possiede una memoria fotografica particolarmente sviluppata vede, nel senso pieno della parola, le informazioni tramite delle immagini. Queste persone ricordano anche per un lungo tempo immagini riferite ad avvenimenti, informazioni, protagonisti di serie televisive e tendono a riviverle mentre le raccontano.
Coloro che invece hanno una memoria eidetica sviluppata, è capace di ricordare tutti i dettagli di una situazione, che sia un film, una lista numerica, frasi, poesie. Un dettaglio molto utile questo, soprattutto per gli studenti che hanno meno difficoltà ad imparare testi e nozioni, riuscendo ad immagazzinare un gran numero di dati in poco tempo.
La memoria eidetica (termine attribuito dallo psicologo tedesco Erich Rudolf Jaensch nel 1929, dal greco “εἶδος”, che significa “forma”) è un’abilità innata. È la capacità naturale di visualizzare mentalmente le immagini dopo averle viste solo per pochi istanti e soprattutto senza utilizzare alcuna tecnica mnemonica specifica.
La memoria eidetica, dunque, si contraddistingue da quella fotografica, poiché la prima risiede nel livello di dettaglio nel ricordo. È vero che, chiunque possieda questa “competenza”, si distingue per una memoria visiva di un certo tipo, ma non ha nulla a che vedere con quella fotografica.
La memoria eidetica non si limita agli aspetti visivi, ma ingloba anche suoni e dettagli come i colori, le sfumature ad esso riferite; l’esempio più eclatante ricorda il celebre Mozart. Il musicista senza aver mai visto lo spartito del “Miserere” di Gregorio Allegri, solo dopo averne ascoltato due esecuzioni corali fu in grado di trascriverlo a memoria, riproducendolo per intero.
Un altro caso è quello di Kim Peek, il personaggio che ha ispirato il famoso film “Rain Man” con Dustin Hoffman, che poteva memorizzare ogni pagina di circa 9.000 libri e, inoltre, leggere ogni pagina con una velocità tra gli 8 e i 12 secondi, dato che ognuno dei suoi occhi si muoveva in modo indipendente su ogni pagina.
Bisogna sottolineare che la memoria eidetica non è riferita solo al ricordo. Non basta ricordare una cosa per dire di avere tale competenza. Le basi organiche sono di solito genetiche e in alcuni casi sembrano collegate a patologie quali l’autismo o la sindrome di Asperger.
Si tratta di condizioni fisiche molto problematiche, ma che mostrano però eccellenze in certi settori, come ad esempio la logica, la matematica, la musica o l’arte.
In questi soggetti la memoria eidetica si sviluppa come una sorta di ossessività per i dettagli, attraverso una costante osservazione, che talvolta diventa maniacale.
Ricordiamo che questo genere di “abilità” non è legata all’intelligenza del soggetto in questione. Si tratta di una dote che in alcune persone è più sviluppata, in altre meno, in altre ancora non è presente. Pur sviluppandosi durante i primi anni dell’infanzia, solo pochi riescono a “conservarla” durante gli anni della crescita e in alcuni casi la si utilizza esclusivamente in determinati ambiti.
Gerardina Di Massa
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