Che cos’è Hamas?
Ecco spiegate le origini del movimento, la sua evoluzione e l’ideologia che lo guida.
DISCLAIMER: L’articolo si presenta come un sunto, tuttavia qualsiasi tipo di approfondimento è fortemente consigliato (alcuni termini ed alcune precisazioni potrebbero essere state omesse).
Sentiamo moltissimo parlare di Hamas, o per lo meno ne abbiamo sentito parlare frequentemente con la rinascita delle tensioni israeolo-palestinesi, quando si parlava di Netanyahu e dei suoi seguaci come di tutto il popolo ebreo e di Hamas come di tutta la popolazione palestinese.
Gradualmente questa narrazione generalista è andata affievolendosi, lasciando spazio delle sfumature e alla complessità.
Tuttavia credo che in pochi conoscano le origini di Hamas, che cosa è ora e come si è evoluto nel tempo e nel contesto culturale e religioso in cui è nato.
Hamas nasce come costola dei Fratelli Musulmani, un gruppo di partiti o di organizzazioni sociali, culturali e benefiche che interpretano in modo diverso l’islam sunnita (quello maggiormente diffuso).
Vengono fondati 1928 da Hasan al-Banna e mirano a ricondurre l’islam al centro della vita politica e sociale della comunità musulmana. Inizialmente però in politica i venti gli sono avversi.
In quel periodo la caduta dell’impero ottomano (1922) e la colonizzazione selvaggia occidentale lascia spazio a ideologie e stili di vita occidentali e laici sotto la guida di personaggi celebri come Ataturk o Aflaq (fondatore del movimento nazionalista arabo).
Nasser, nazionalista egiziano, sale al potere in Egitto instaurando la repubblica e cacciando il dittatore Faruq. Reprime il movimento dei Fratelli Musulmani che ciononostante si diffondono anche nei territori come l’Algeria, la Libia, la Siria e in Turchia, stato dove nascerà il partito di Erdogan.
I Fratelli si uniranno poi al Jihad afghano, quella corrente fondamentalista islamica che promuove la lotta contro gli infedeli attraverso attacchi (corrente che dunque si distanzia dall’originale e tutt’ora esistente interpretazione di jihad come di lotta interiore e di miglioramento del credente).
Negli anni i Fratelli Musulmani si sono suddivisi in vari sottogruppi in più paesi, tutti accomunati dalla volontà di islamizzare la società con una strategia profondamente conservatrice (anche con la violenza se ritenuto necessario).
Che rapporti hanno con il resto del mondo islamico questo tipo di organizzazioni? Non buoni, proprio in virtù della loro reinterpretazione radicale dell’islam. Pessimi sono i rapporti con l’Arabia Saudita, così come con l’islam tradizionale di Al-Azhar (legato all’università religiosa del Cairo).
È proprio in questo contesto dunque che nel 1987 Ahmed Yassin, religioso palestinese, fonderà Hamas (acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiya (“Movimento di resistenza islamica”).
Il movimento in realtà all’origine non assume la forma che ha attualmente, ma bensì in un movimento assistenzialista (il Centro Islamico), visto con favore persino da Isreale.
Sarà solo negli anni 80, con la prosecuzione della colonizzazione sionista e lo scoppio della prima Intifada che la situazione cambia: il centro islamico decide di sostenere la ribellione palestinese.
Da qui nel 1988 Hamas pubblica la sua carta, ponendo come obiettivo la creazione di uno stato islamico in Palestina e la distruzione di Israele.
Hamas in questi anni opera in duplice modo: da un lato si oppone e si scontra con Fatah (associazione politica laica e nazionalista al potere all’epoca e tutt’ora al controllo della Cisgiordania) e con i palestinesi favorevoli alla collaborazione con Israele; dall’altro rafforzano il sostegno sociale, istituendo mense, ospedali e servizi per la popolazione più povera.
Negli anni 90 il processo di pace stabilito negli accordi di Oslo inizia ad essere messo in atto, tuttavia né gli israeliani cessano di colonizzare illegalmente né Hamas cessa di ricorrere ad attentati.
Hamas nel 2006, in seguito alla costruzione del muro Israeliano nella striscia e alla seconda Intifada, partecipa alle elezioni in Palestina e le vince. Le ragioni della vittoria sono molto comprensibili: la popolazione nutriva totale sfiducia nei confronti della OLP (quell’organizzazione palestinese che aveva tentando senza successo di negoziare con Israele negli accordi di Oslo) ed molto grata agli aiuti umanitari forniti da Hamas negli anni.
Nel 2007 Hamas e Fatah giungono alla guerra civile: il movimento islamista mantiene il governo della striscia, mentre Fatah, attraverso ANP, conserva il controllo della Cisgiordania.
Infine nel 2017 Hamas pubblica un secondo documento, più moderato: accetta la costruzione di uno stato palestinese provvisorio lungo il confine della Linea Verde.
Sofia Seghesio
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