Forse non gli piaci abbastanza (e forse è meglio così)
Storie di vita vissuta: interminabili minuti, giorni, ore davanti allo schermo del telefono ad aspettare quel messaggio, quella chiamata, magari promessi. Contatto che però non arriva mai o, se arriva, arriva tardi.
Chiamatela red flag, chiamatelo campanello d’allarme, orbiting, oppure più semplicemente chiamatelo rompimento di palle, ma quando una persona vive nella latitanza qualcosa non va.
C’è qualcosa sotto, che sia un’altra relazione, una mancanza di interesse, un semplice “tenere in caldo” una relazione che lascia il tempo che trova, ma di certo non è indice di coinvolgimento emotivo. Siate consapevoli che chi ci ama, ci cerca.
Quando la persona che stiamo frequentando non ci risponde, non ci cerca, non ci chiama o non si interessa a noi abbastanza ci sta mandando un messaggio, ci sta mandando una comunicazione forte ma ambigua: cosa vuole questa persona, di fatto, non è dato sapere, nemmeno lui/lei lo sa.
L’ambiguità genera ansia perché il nostro pensiero è sempre rivolto verso sé stessi, essendo dotati di autocritica, volenti o nolenti ripensiamo a quello che possiamo aver fatto, non aver fatto, aver detto o non aver detto. La vocina dentro di noi, il nostro dialogo interno, è tutto un trallallero trallallà di non gli piaccio abbastanza, non è interessato a me, se gli piacessi farebbe/direbbe questo, se fosse così interessato mi cercherebbe in questo modo, chissà se sta con un’altra, se è colpa mia… Ma poi dopo un tot di ore, giorni o settimane si rifà vivo, l’ansia si placa, e il circolo vizioso ricomincia da capo.
Zittisci questa vocina interna (tanto non ti porta a niente) e ribalta il ragionamento su un altro aspetto. Seda l’ansia e pensa se ti va bene una persona che ha questo modo di cercarti, facendoti proprio la domanda «ma a me piace una persona che ha questo modus operandi di rapportarsi con me?».
Alla fine, esistono diversi stili di comportamento che siamo noi in prima persona a non doverci necessariamente far andare bene: se ho di fronte una persona che si comporta così e questo mi crea ansia, disagio, fastidio anche solo la prima volta che lo fa, io devo ricordare che a me non piace questo tipo di atteggiamento, a me questa comunicazione ogni X giorni non sta bene, a me non interessa avere nella mia vita una persona incostante.
Dobbiamo imparare, a ogni relazione che impostiamo nella nostra vita, a dare delle regole di base oltre le quali le persone non possono spingersi perché, se lo fanno, se superano il confine che noi ci siamo dati per vivere serenamente, forse non sono la nostra persona.
Se dicono «non sono sicuro di essere pronto per una relazione» è un grande campanello d’allarme, perché in realtà stanno dicendo «ti farò del male», ti stanno dicendo in faccia che ti spezzeranno il cuore.
Prima di amare gli altri, dobbiamo imparare ad amare noi stessi.
Ma soprattutto, prima di iniziare una relazione, dobbiamo imparare a rispettarci. Non è tossico spiegare a qualcuno qualcosa che ti fa male o ti ferisce, ma è tossico dover sopportare atteggiamenti stupidi per non perdere una persona.
Elisabetta Carbone
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