Una Pasqua solidale con Emergency
Chi è che non ha mai sentito parlare di Emergency?
Fondata nel 1994 a Milano da Gino Strada e sua moglie Teresa Sarti, è un’associazione italiana indipendente e neutrale, che offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. (fonte: emergency.it)
Forse non tutti sanno, però, che Emergency ha anche un vasto shop online dove poter acquistare maglie, felpe, prodotti di cancelleria, bomboniere solidali per tutte le occasioni e molto altro.
Per capire come funziona lo shop, e in occasione dei prodotti proposti per questa Pasqua 2024, ho avuto il piacere di intervistare Pierluigi Ciprietti, Commercial Coordinator di Emergency.
Pierluigi, il vostro shop, oltre a contribuire al vostro impegno umanitario, riesce anche ad essere ecosostenibile. Come riuscite a combinare le due cose?
«Premessa: per noi lo shop è un’attività commerciale a tutti gli effetti, con la quale sosteniamo il nostro impegno per il diritto alla cura in Italia e nei Paesi nei quali siamo presenti con i nostri ospedali e ambulatori. Ciò detto, anche per il nostro shop ci siamo dati dei principi cardine con cui portare avanti l’attività: in primis la cura dell’ambiente (verificando periodicamente standard e comportamenti adottati dai fornitori) e il rispetto delle persone (in quanto produttori e soprattutto come lavoratori all’interno di un’azienda), che per noi sono fondamentali.
Questo lo possiamo fare grazie a un rapporto fiduciario che si instaura con i nostri fornitori, che nel tempo diventano collaboratori a tutti gli effetti, selezionandoli con cura attraverso conoscenze pregresse o attraverso mostre e fiere.»
A proposito dei fornitori: che rapporto c’è con loro? Come li scegliete?
«Per noi i prodotti non devono solo essere commercialmente appetibili, ma devono avere un valore. Anche per questo collaboriamo con altre realtà sociali – come associazioni o enti – con cui vogliamo instaurare un rapporto paritario e proviamo ad essere promotori di uno stile di acquisto sostenibile ed equilibrato, dando consapevolezza al cliente finale. Quindi prezzi e scontistiche non sono le sole né le principali variabili in base alle quali scegliamo i nostri fornitori.
C’è molto senso di responsabilità anche da parte dei fornitori nell’utilizzo minore possibile degli imballaggi che contengono plastica, a tutela dell’ambiente, utilizzando, ad esempio, carta e cartone riciclabili. Ci sono ancora tanti passi da fare, indubbiamente ci sono costi maggiori, ma questo è il giusto prezzo per poter provare a creare una realtà virtuosa.
Nell’ambito commerciale, infatti, alta produzione significa indubbiamente bassi costi. Per contenere i costi senza rinunciare a qualità e sostenibilità sociale ed ambientale dei prodotti che proponiamo, noi proviamo ad acquistare la giusta quantità e fare ordini più spesso, grazie anche all’e-commerce e ai temporary shop che abbiamo nel periodo di Natale: due forme di commercio che ci permettono di non produrre più del dovuto.»
Quanto e come è cambiato negli anni il sostegno che ricevete dalle vendite effettuate? Come e quanto influiscono, ad esempio, i social media?
«Grazie al nostro Ufficio Comunicazione abbiamo visto delle belle interazioni, anche attraverso i social; questo è un grande aiuto perché i feedback ci indirizzano verso l’attuazione o meno di alcune proposte. Le persone sicuramente apprezzano la qualità dei prodotti e questo per noi è fondamentale.»
Quali sono state le novità di quest’anno per quanto riguarda il periodo di Pasqua?
«Quest’anno i prodotti principali sono stati due: una colomba realizzata da Vergani, confezionata in una shopper con il simbolo della Pace, e una box con due uova di cioccolato piatte, realizzate da Dolci Saperi.»
Di che materiale sono le confezioni dei prodotti pasquali? Che tipo di coinvolgimento c’è nella preparazione e nell’ideazione del prodotto?
«Per quanto riguarda la shopper, è realizzata in cotone, mentre per le uova è stata scelta una scatola in cartone. Stiamo lavorando affinché anche le confezioni di plastica diventino di plastica riciclata, in particolare il cellophane che è obbligatorio per confezionare gli alimenti.
Affidiamo la produzione a un fornitore esterno per garantire la massima qualità e resa del materiale. Per noi la shopper non è solo una confezione, ma è un mezzo attraverso cui portiamo avanti il messaggio della sostenibilità, rendendolo anche durevole nel tempo proprio perché la shopper è riutilizzabile.»
Si ringrazia L’Ufficio Stampa Emergency di Milano, e in particolare Laura Genga, che mi ha messo in contatto con Pierluigi e che ci ha gentilmente fornito la foto delle uova.
Paola Vascone
Fotografie di Gabriele Puglisi
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