KKK: il bianco che simboleggia la morte
Fin da piccoli ci hanno sempre insegnato che il bianco è il colore del bene e il nero quello del male.
In ogni favola che si rispetti, il cattivo ha armatura e cavallo scuro, mentre il buono indossa abiti chiari.
Il significato risiede nella differenza tra oscurità e luce che domina la nostra esistenza.
Questa regola è valida in tutti i casi? Beh, non proprio.
Basandosi su ciò, l’uomo bianco ha da sempre dominato e abusato gli altri popoli, ritenuti inferiori per il solo colore della pelle.
Per anni si sono perpetrati soprusi nei confronti delle persone nere cercando in ogni modo di “civilizzarli”, convertirli e renderli quanto più occidentali possibile.
Oggi parliamo di un movimento terribile sviluppato nell’ottocento proprio negli Stati Uniti, patria della cosiddetta democrazia.
In questo periodo nasce il KKK, cosiddetto Ku Klux Klan, per stabilire la superiorità della razza bianca rispetto a tutte le altre.
Inizialmente si sviluppa come confraternita composta da ex militari degli USA, nei primi del 900 è già un movimento pieno, fino ad oggi che è presente sotto forma di piccole organizzazioni.
Il KKK nasce nel Tennessee, più precisamente nel 1865. L’etimologia del nome non è precisa ma, secondo molti, potrebbe derivare dal greco e significa “famiglia”.
Nel 1867 si tiene una convention a Nashville dove il KKK aveva come obiettivo l’aiuto di orfani e vedove della guerra e l’opposizione feroce al voto dei neri.
Già da questi presupposti possiamo dedurre le conseguenze.
Una delle fasi più importanti del Ku Klux Klan si verifica dopo la prima guerra mondiale, quando il popolo americano cercava un capro espiatorio per i problemi economici del paese e venne ritrovato nei neri e nelle minoranze. Figura importante per il clan di questo periodo è stato William J. Simmons che ha ideato il simbolo del KKK, ovvero una croce in fiamme.
L’organizzazione fu sciolta nel 1944, ma rinacque subito dopo il secondo conflitto per opporsi ai movimenti per i diritti civili.
Le divise del Ku Klux Klan sono le tuniche bianche composte da cappucci che coprivano l’intera faccia e lasciavano liberi solo gli occhi. Si pensa che volessero simboleggiare gli spiriti dei soldati morti che tornavano sulla terra per punire i nemici, ovvero la popolazione nera.
Inutile dire che il clan era molto vicino alla religione e a Dio, infatti la loro era una missione voluta dal Signore stesso.
Il credo si basava sulla supremazia della razza bianca rispetto alle altre poiché la più forte e quella che ha voluto Dio. Gli Stati Uniti, secondo il KKK, erano stati fondati dai bianchi e, tutte le altre minoranze, violavano la Costituzione. Nessuna uguaglianza doveva essere approvata.
Questa assurda ideologia esiste ancora oggi?
Purtroppo la risposta è sì, diversi sono i gruppi ancora esistenti di estrema destra e fortemente razzisti. Secondo alcune stime del 2018 i membri sarebbero tra gli 8000 e 1200.
Il Ku Klux Klan rappresenta un periodo buio della storia, che purtroppo non è ancora terminato. Circa 3000 persone nere furono uccise tra il 1882 e il 1968 a causa di un’ideologia illogica secondo la quale i bianchi sarebbero superiori.
Martin Luther King aveva un sogno, che schiavitù, soprusi e razzismo fossero aboliti. Sebbene qualcosa si sia mosso, da un secolo a questa parte, non siamo ancora soddisfatti, e non lo sarebbe neanche lui.
Martina Maiorano
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