La lingua italiana – L’italiano neostandard
Sapevi che la lingua italiana presenta un’etichetta chiamata “italiano neostandard”? Vediamo cos’è.
Nel 1987 il sociolinguista Gaetano Berruti coniò il termine neostandard nell’Enciclopedia dell’italiano, diretta per l’Istituto della Enciclopedia Italiana da Raffaele Simone.
Per italiano neostandard si intende l’insieme di costrutti, forme e realizzazioni non canoniche, non facenti cioè parte del canone delle grammatiche e dei manuali. Fenomeno tipicamente del parlato, l’italiano neostandard presenta peculiarità soprattutto a livello morfosintattico.
Per esempio, a livello morfologico, è presente l’utilizzo di lui, lei, loro, anziché egli/ella/esso/essi/essa in funzione di pronomi soggetto; gli unificato, valido cioè anche per il sesso femminile, oltre che per quello maschile; il che polivalente, dal segnale generico di subordinazione senza poter distinguere tra valore causale, consecutivo ecc.
A livello sintattico, per esempio, vi è la prevalenza della paratassi sull’ipotassi, mentre per quanto riguarda il lessico, specie tra i giovani, l’uso di “troppo” anziché “molto” (troppo bello) e “assolutamente” con valore affermativo.
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