Andare al gabinetto? Una questione pubblica
Privacy e solitudine tra le mattonelle del bagno sono condizioni imprescindibili per una felice evacuazione, tuttavia entrambe sono in realtà una necessità moderna, visto che per secoli l’andare al gabinetto è stata un’attività collettiva.
Un fatto che oggi ci sembra impensabile eppure è così: nell’antica Roma, a modello dei Greci, le stanze da bagno erano per lo più luoghi pubblici, i bisogni fisiologici si espletavano in compagnia.
La gente si incontrava nelle latrine e chiacchierava senza alcuna vergogna mentre sedeva sui sedili di marmo, le sellae pertusae forate al centro, sotto cui scorrevano rivoli d’acqua che avrebbero portato via i bisogni appena espulsi. Per pulirsi, si aveva a disposizione il tersorium, una spugna legata a un bastone di legno intinta in una mistura di acqua e aceto per coprire il tanfo dell’ambiente.
Naturalmente, i bagni privati esistevano ma erano rari nonché una prerogativa dei patrizi, i più ricchi, che li costruivano rigorosamente al piano terra ma dovevano comunque gettare i propri bisogni fuori dalla finestra. Dunque, le latrine erano le più comunemente usate, si stima che durante il periodo imperiale a Roma ci fossero 144 latrine pubbliche e ben 4000 sedili, un numero decisamente sorprendente.
L’evacuazione corporale come attività collettiva proseguì nel Medioevo solo nei luoghi più raccolti, come per esempio nei conventi, mentre l’idea delle latrine pubbliche andò scemando di pari passo con il Cristianesimo e la sua condanna alla nudità. Cominciò a diffondersi un concetto più privato di gabinetto prima nei castelli medievali, si prese a costruire i cosiddetti “guardaroba”, nicchie verticali nei muri esterni che terminavano nel terreno o nel fossato circostante cosicché i bisogni finissero direttamente al di fuori dei confini del castello. Purtroppo c’era comunque qualcuno che doveva poi andare a raccoglierli.
Fu in questo periodo, però, che fu inventato anche il primo wc: nel 1596 Mr. John Harington, cugino della regina Elisabeth I, ideò un gabinetto dotato di scarico e ne realizzò un modello anche per Sua Maestà, che però non lo usò mai, preferendo l’uso del vaso da notte.
Solo nel Rinascimento l’idea delle latrine pubbliche fu definitivamente abbandonata in nome della decenza e del decoro, dando il via alla nauseabonda abitudine di defecare nei cortili, nei corridoi, nei camini e sui balconi, con il conseguente lancio delle feci dalle finestre degli edifici. Un’abitudine che si perse soltanto nell’Ottocento, quando finalmente il concetto di bagno privato cominciò a farsi strada nelle corti d’Europa e furono costruite le prime fognature.
Claudia Moschetti
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