Date della storia italiana che dovresti ricordare
Quante sono le giornate della storia d’Italia che sai di conoscere ma che invece non ricordi?
Non infinite, ma almeno un centinaio.
Non potendole ricordare tutte, proviamo a concentrarci su quattro giornate fondamentali, accorpate per vicinanza di date. Le prime due, sono all’inizio dell’anno; le ultime due, a circa metà.
27 gennaio. Giornata della Memoria
È la giornata per la commemorazione delle vittime dell’Olocausto. È stata istituita dal Parlamento italiano nel 2000, con la legge n.211 del 20 luglio. La data ricorda quella dell’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. La stessa giornata viene commemorata in altri paesi dell’Unione Europea e, negli anni, grazie all’intervento dell’ONU, ha assunto rilevanza mondiale. Non è una giornata di celebrazione, ma di ricordo, in cui l’attenzione è rivolta alle vittime della Shoah, alla persecuzione subita dagli ebrei, come popolo intero, in quei luoghi in anche altri erano perseguitati: omosessuali, oppositori al regime nazista e chiunque fosse giudicato “diverso” o inadatto alla prosecuzione di una razza pura.
L’obiettivo è ricordare che anche l’Italia si è macchiata di crimini che hanno portato morte e distruzione e che non devono ripetersi: “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
10 febbraio. Giornata del Ricordo
Meno nota della precedente, ma ugualmente terribile. È la giornata dedicata alla commemorazione delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Ricorda la tragedia che si consumò nel secondo dopoguerra sul confine orientale, in cui italiani, istriani, fiumani e dalmati furono gettati nelle foibe – voragini rocciose dell’altopiano del Carso – enormi buche in cui vennero trovarono la morte tra 3000 e 5000 persone, solo in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia. Intere famiglie furono costrette all’esodo e all’abbandono delle proprie case e delle proprie terre. Molti gli anziani che si rifiutarono. Pochi coloro che riuscirono a salvarsi. Si parla di oltre 1700 foibe, con una stima che arriva alle 10.000 persone gettate nelle foibe, ancora vive.
Il 10 febbraio è stata dichiarato dal Governo italiano come Giornata del Ricordo con la legge n. 92 del 2004, “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”. Le vittime furono migliaia, tra istriani e triestini, italiani, slavi, fascisti e antifascisti, con l’unica colpa di essersi opposti alle manovre di espansione del regime comunista di Tito.
9 maggio. Giornata dell’Europa
Seppure le due giornate precedente citate commemorino momenti di dolore, sofferenza e violenza estrema, c’è una cosa che accomuna tutte le date menzionate in questo articolo: la ricerca della pace. È su questo principio, oggi, come ieri, profondamente necessario e incessantemente messo in discussione, che ogni 9 maggio si celebra la giornata dedicata alla pace e all’unità in Europa.
La data riprende quella dell’anniversario della dichiarazione del 1950 in cui il francese Robert Schuman, allora ministro degli Esteri, enunciò l’idea di una collaborazione politica “europea”, proponendo la creazione di una comunità, che avrebbe permesso ai paesi membri di vivere in cooperazione, senza la paura di guerre.
Alla CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) presero parte sei paesi fondatori: Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Da lì, avrebbe preso le mosse il percorso che ha portato all’Unione Europea, di cui l’Italia, nonostante le polemiche dell’odierna estrema destra, continua a fare parte. “La pace mondiale” recita la prima frase del documento “non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Oggi, con due guerre in corso e poche intenzioni di alzare bandiera bianca, oltre che creativi, dovremmo ricordarci di essere concreti. E non smettere di provarci.
23 maggio. Giornata della Legalità
L’ultima giornata scelta, ma non l’ultima da ricordare, è il 23 maggio: commemorazione della strage di Capaci e dell’impegno contro la mafia. Più nota come “Giornata della legalità”, mira a commemorare tutte le vittime di mafia e ogni persona che ha lottato contro l’illegalità in Italia, anche a costo della propria vita. Il 23 maggio, si ricordano tutti coloro che hanno messo davanti al proprio bene, alla propria vita e ai propri interessi, il bene pubblico e la necessità di stringere i denti e combattere, anche davanti a una realtà da cui sarebbe stato difficile non rimanere scalfiti, e da cui spesso è stato impossibile uscirne vivi.
Il 23 maggio del 1992, 32 anni fa, nel tragitto da Punta Raisi a Palermo, all’altezza dello svincolo con direzione Capaci, l’auto blindata su cui viaggiava il giudice Giovanni Falcone e le due auto della scorta che lo accompagnarono vennero fatte esplodere. Oggi, nello stesso punto, c’è un monumento alla memoria. 57 giorni dopo, in via D’Amelio, a Palermo, esploderà l’autobomba che metterà fine alla vita del magistrato Paolo Borsellino e dei membri della sua scorta. A loro, e a coloro che li hanno sostenuti e difesi, si deve il primo maxiprocesso a Cosa Nostra, che si concluse nel 1987 con una sentenza di primo grado e 346 condannati, 114 assolti, 19 ergastoli, pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione.
Stefania Malerba
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