Dolci inventati a Napoli: ecco quali
Pastiera, sfogliatella – sia riccia che frolla – e babà: quando si pensa alla produzione dolciaria napoletana, innegabilmente questi rientrano tra i più rinomati. In realtà c’è tanto altro da scoprire!
Perché si sa, la tradizione napoletana infonde storia e curiosità sotto tutti gli aspetti: specie quello culinario.
Per dare inizio alla lista di diversi dolciumi che la pasticceria napoletana ci offre, credo sia opportuno partire dai big:
- La Pastiera: è il dolce che soggiorna sulle nostre tavole specie nei periodi pasquali. Vi siete mai chiesti: “perché?”, diamoci una risposta scoprendo la sua storia.
Sin dai tempi antichi, venivano svolti dei riti tramite offerte alimentari che segnavano il ritorno della stagione fertile.
Così, in epoca romana le sacerdotesse di Cerere celebravano una processione sacra, inquadrando come protagonista l’uovo (simbolo della rinascita).
Questa celebrazione pagana della primavera, con l’avvento del Cristianesimo viene trascinata nella resurrezione di Cristo.
Infatti, il significato di “rinascita”, simbolicamente è restato in parte simile. Questo perché tanti simbolismi ruotano intorno agli ingredienti che compongono il tipico dolce napoletano: ad esempio, la ricotta addolcita che può riferirsi alle offerte votive di latte e miele che i catecumeni ricevevano durante il loro battesimo, celebrato la notte di Pasqua.
- Sfogliatella: riccia o frolla che sia, la sua bontà conquista il palato di quasi ogni turista o cittadino partenopeo.
Sai che inizialmente era chiamata “Santarosa?”, proprio perché il suo nome era un omaggio al convento in cui ha avuto origine questa ricetta. Fra Furore e Conca, all’interno di questo convento diverse monache si intrattenevano in cucina. Una tra queste nel ‘600 per non sprecare un po’ di semola cotta nel latte (avanzata), ci aggiunse un po’ di liquore al limone, frutta secca e di zucchero.
Decise di arrotolare il composto in due sfoglie per poi aggiungere un po’ di strutto e vino bianco. La “Santarosa” si presentava in una forma e con un sapore diverso dalla sfogliatella che ci è giunta oggi. Infatti due secoli dopo, arrivò a Napoli e fu grazie a Pasquale Pintauro che rese la sfogliatella quella che oggi conosciamo, apportando delle modifiche negli ingredienti e – appunto – nella forma.
La cucina napoletana è molto vasta, infatti ci sono altri dolci che sanno deliziare il palato, ad esempio: la torta caprese, le Zeppole di San Giuseppe, le chiacchiere, il famosissimo fiocco di neve ed altro ancora.
Andiamo a scoprirli singolarmente!
- Torta caprese: già dal nome possiamo intuire la sua provenienza, ovvero l’isola di Capri. La torta caprese è un dolce a base di cioccolato e mandorle.
Il suo aspetto ricorda la famosa sacher e per questo è importante conoscere anche una leggenda che fa riferimento al tipico dolce viennese. Si racconta che ai tempi la regina di Napoli, Maria Carolina d’Asburgo venne avvolta dalla nostalgia di rigustare i sapori della sua Vienna. Così, commissionò ai Monsieur di prepararle una sacher. Durante la sua preparazione purtroppo commisero l’errore di sostituire la farina di grano con quella di mandorla…ed ecco che nacque la versione partenopea.
- Zeppole di San Giuseppe: il dolce che imbandisce le tavole di ognuno di noi il 19 Marzo, per l’appunto San Giuseppe e festa del papà. Si tratta di un bignè fritto e ripieno di crema pasticcera, decorato con una ciliegia o amarena posta sulla sommità. Sebbene questo dolce venga preparato anche in altre regioni del sud Italia, la storia attribuisce la paternità a Napoli. Anche intorno all’origine di questo dolce ruota una leggenda simpatica da conoscere.
Si dice che la nascita delle zeppole di San Giuseppe sia collocabile alla fuga in Egitto da parte della Sacra famiglia. San Giuseppe si trovò costretto ad affiancare al suo lavoro di falegname quello di friggitore e venditore ambulante di frittelle. Di conseguenza a Napoli, per devozione al Santo pare si sia emancipata la figura del “zeppolaro di strada”.
Fu proprio un noto esponente letterario, Goethe a descrivere il clima che si respirava tra le vie di Napoli, intorno alla fine del 1700.
Oggi era anche la festa di S. Giuseppe, patrono di tutti i frittaroli cioè venditori di pasta fritta…Sulle soglie delle case, grandi padelle erano poste sui focolari improvvisati. Un garzone lavorava la pasta, un altro la manipolava e ne faceva ciambelle che gettava nell’olio bollente, un terzo, vicino alla padella, ritraeva con un piccolo spiedo, le ciambelle che man mano erano cotte e, con un altro spiedo, le passava a un quarto garzone che le offriva ai passanti…
- Chiacchiere: le chiacchiere sono il dolce tipico della festività del Carnevale, che si sposa bene con un’altra specialità nostrana, ossia il sanguinaccio. L’origine della preparazione di questi dolcetti si fa collocare in epoca romana, quando durante i Saturnali (corrispondenti al nostro periodo del Carnevale), venivano preparati per celebrare la festività.
- Ministeriale di Scaturchio: questo è una di quelle creazioni che si è affacciata da “poco” sul panorama napoletano. Il ministeriale è un medaglione di cioccolato fondente ripieno di una crema al liquore.
Il suo finissimo gusto ha fatto in modo che la pasticceria Scaturchio raggiungesse un’ampia cerchia di persone; diventando – appunto – un vero motivo di vanto. Si racconta che quest’invenzione risale ai primi anni dell’unità d’Italia, quando Francesco Scaturchio (fondatore dell’attuale pasticceria), si ammaliò di una sciantosa.
Folgorato, inventò un medaglione di cioccolato dal cuore cremoso.
Soltanto dopo una serie di pratiche burocratiche, arrivò sulle tavole reali.
- Fiocco di neve di Poppella: un’altra “new entry” che con soli pochi euro addolcisce le passeggiate in città di cittadini e turisti.
Il fiocco di neve è una creazione della pasticceria Poppella, situata nel quartiere Sanità. Si tratta di una pasta brioche ripiena di crema al latte, ricotta, panna fresca e un ingrediente segreto.
Lo scopo del pasticciere (stando alle sue parole) sarebbe stato proprio quello di dare inizio a qualcosa di totalmente nuovo che possa – un giorno – essere considerato tra i classici dolci napoletani.
La pasticceria napoletana è vasta quanto ricca di dolci creati per ogni occasione. Quest’elenco si presenta come un “mediatore” tra la vecchia e la nuova scuola, entrambe amate dal popolo napoletano e non solo.
Alessandra Lima
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