Il Lago d’Averno, la porta degli Inferi
Tra la frazione di Lucrino e il sito archeologico di Cuma, vi è un’Oasi Naturalistica dalle affascinanti caratteristiche morfologiche e mitologiche.
Appartenente al comune di Pozzuoli, il Lago d’Averno, è uno dei quattro laghi dei Campi Flegrei.
Origini
Formatosi nella conca di un vulcano spento, il lago d’Averno è uno specchio d’acqua scura, circondato da una fitta vegetazione boschiva che si accompagna ad una bellissima coltura di vigneti. Proprio sulle sue sponde, è possibile fare una gradevolissima passeggiata che porta, attraverso sentieri immersi nel verde, fino al Tempio di Apollo, antico edificio che sfruttava le fumarole del lago per ottenere fonti termali.
Il nome deriva dal greco e vuol dire lago “senza uccelli”. In passato, le esalazioni sulfuree emanate dalle acque del lago non permettevano la vita agli animali in quella zona e neppure agli uccelli di sorvolarla. Il paesaggio risultava quasi stregato: dalle rive del bacino provenivano odori nauseabondi e la vegetazione intorno era fitta e scura. Non a caso, in antichità, in molti hanno identificato il Lago d’Averno con la Porta dell’Inferno.
Il Lago d’Averno nell’era romana
Durante l’epoca romana, e in particolare quella augustea, il Lago d’Averno divenne un base militare fondamentale per l’Impero. Durante il dominio di Marco Agrippa, poi, si trasformò in un importantissimo scalo navale (Portus Iulius) che abbracciava anche il vicino Lago di Lucrino e, grazie a delle gallerie scavate in seguito, in una rapida via di accesso a Cuma per le milizie. Di queste antiche costruzioni, però, resta ben poco: il luogo era fortemente soggetto al fenomeno del bradisismo che, a lungo andare, distrusse completamente l’assetto urbanistico romano. Fu solo nel XX secolo che, grazie a riprese aeree, la storia di questo luogo venne alla luce.
Il Tempio di Apollo
La struttura monumentale che sorge sulle rive del lago d’Averno è tradizionalmente denominata Tempio di Apollo in ragione dell’identificazione del lago stesso con la porta degli Inferi e della conseguente connessione con l’oracolo dei morti, la Sibilla cumana e il culto di Apollo. Non a caso infatti la galleria scavata nel tufo poco distante che collega l’Averno al Lucrino viene denominata Grotta della Sibilla, sempre in nome dell’affannosa ricerca delle ambientazioni virgiliane condotta durante i primi decenni del ‘900 nei Campi Flegrei. Il monumento, lontano dalla tipologia degli edifici templari, non è altro che il frigidarium di un complesso termale che si estendeva fino alle rive del lago, probabilmente per sfruttarne le acque benefiche.
La struttura, risalente al I sec. d.C., con rifacimenti di II d.C., ha pianta ottagonale all’esterno e circolare all’interno e copertura a cupola; si articola su due livelli, entrambi illuminati da ampie finestre ad arco. Si tratta di un monumento isolato, che non è stato oggetto di indagini approfondite: non è chiaro, pertanto, se possa appartenere a un complesso termale pubblico, ipotesi suggerita dalla monumentalità della struttura e dall’analogia con il cosiddetto Tempio di Venere a Baia, o un impianto privato, che doveva costituire la parte in acqua di un’importante villa che doveva disporsi lungo il pendio del cratere dell’Averno, nell’immediato suburbio orientale della città di Cuma.
Il Lago d’Averno secondo il mito
Già gli antichi videro nella natura inquieta del Lago una simbologia sinistra, al punto da identificare quel luogo come l’ingresso al regno dei morti. Numerosi, poi, furono i racconti mitologici che videro il Lago d’Averno come ambientazione per avvenimenti nefasti. Nell’Eneide di Virgilio, ad esempio, l’eroe Enea si reca proprio al Lago, porta degli Inferi, per incontrare suo padre Anchise. In tempi ancor più remoti, le acque del lago furono identificate come teatro della battaglia tra Zeus e i Titani.
Il Lago d’Averno oggi
Abbandonata la sua aura stregata, il Lago oggi si presenta come un normalissimo bacino d’acqua dove cresce una rigogliosa flora e vive una variegata fauna. Vigneti, salici bianchi, pini marittimi e fitti boschi di lecci lo incorniciano, rendendolo un luogo perfetto per una passeggiata in compagnia o un momento di distacco dalla routine quotidiana. Gli uccelli che nidificano in quest’area possono essere osservati più da vicino grazie a delle postazioni per i birdwatching. Il mito, le leggende e le storie che avvolgono questo specchio d’acqua emergono dalle antiche rovine, creando uno spettacolo davvero suggestivo, a cavallo tra cultura e natura.
Come raggiungere il Lago d’Averno: linea 910 bus da Pozzuoli oppure dalla piazzetta di Lucrino basta proseguire sempre dritto con l’auto, verso l’area dei Laghi, e passerete prima per il Lago di Lucrino e poi arriverete a quello d’Averno, oltre al quale non è possibile proseguire in auto. Si consigliano passeggiate in bici e a piedi.
Lucia Russo
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