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Kinds of Kindness svela la complessità delle relazioni umane

Lanthimos torna dopo il successo di “Povere creature”, anche questa volta con un cast spettacolare, intrecciando tre storie all’apparenza diverse tra loro. 

Le relazioni affettive sono complicate e si legano spesso a concetti quali il sacrificio e la dedizione.

Ci sono diversi modi di esprimere l’amore e l’affetto e, per alcune persone, l’assoluta devozione appare normale e naturale. Se ci sono persone che non rinuncerebbero mai alla propria indipendenza, infatti, c’è anche chi trova rassicurante affidarsi completamente agli altri, arrivando persino ad annullarsi. È a questo tipo di persone che è dedicato il nuovo film di Yorgos Lanthimos, “Kinds of Kindness”, in cui la premura e la dedizione verso gli altri arriva ad assumere contorni estremamente oscuri e macabri. 

Nel cast ritroviamo molte facce conosciute, tra cui Emma Stone, Willem Dafoe e Margaret Qualley, reduci dal successo di “Povere creature”. Questa volta, Yorgos Lanthimos ci porta alla scoperta di tre vicende molto particolari, all’apparenza scollegate tra loro.

Nel primo racconto incontriamo Robert, un ordinario impiegato dalla vita estremamente monotona. Ben presto, però, nella sua esistenza possiamo scorgere un dettaglio inquietante: ogni sua scelta è monitorata dal suo capo, l’autoritario Raymond, che lo manovra come se fosse un manichino. In una costante messa in scena, Robert obbedisce a tutto, senza battere ciglio, anche perché prova una profonda stima nei confronti di Raymond . Quest’esistenza schematica ricorda la trama di un altro film di Lanthimos, “Dogtooth”, in cui un’intera famiglia è segregata in casa, dovendo seguire le assurde regole imposte dal padre. In entrambi i film, le regole vengono seguite alla lettera fino a quando c’è un punto di svolta, un evento che rompe l’equilibrio. In questo caso, infatti, il protagonista verrà scosso da una particolare richiesta del suo capo, che lo porterà a riflettere sulle sue scelte. Da una parte sentirà la paura di deludere le aspettative della figura che lo ha guidato fino a quel momento, dall’altra la necessità di ribellarsi ad una vita che non sente più sua. 

Nella seconda storia, invece, facciamo la conoscenza di Daniel, un poliziotto che deve affrontare la dolorosa scomparsa di sua moglie, Liz, vittima di un tragico naufragio. Segnato da una profonda sofferenza, si abbandona spesso ai ricordi della vita vissuta insieme. Quando, però, l’imbarcazione viene rintracciata e Liz torna miracolosamente a casa, Daniel si rivela destabilizzato. La donna che ha varcato la soglia di casa appare diversa dalla sua amata moglie, a partire dalle più banali abitudini quotidiane. Ciò lo porterà a pensare di essere vittima di un complotto, in cui sua moglie è stata sostituita da una sosia. Da parte sua, Liz appare più innamorata che mai, poiché la lontananza ha rafforzato il suo sentimento. Proprio per questo, cercherà in tutti i modi di rassicurare il marito, dimostrandogli la sua estrema lealtà e il suo amore incondizionato. La donna sta mentendo, oppure Daniel è vittima di un delirio?

Nella terza storia, infine, veniamo introdotti in una setta dai contorni oscuri. Due leader carismatici costringono i propri adepti a seguire assurdi dettami, praticando un vero e proprio lavaggio del cervello. Come in ogni setta che si rispetti, ai seguaci viene inculcato che l’unica fonte di amore che possono ricevere proviene dalla congrega stessa. Tra questi adepti, troviamo Emily, una giovane donna che arriva a trascurare sistematicamente la sua famiglia per dedicarsi, anima e corpo, alle attività della setta. Ciò costringerà suo marito ad elaborare uno spiacevole piano per farla tornare a casa. 

Tutti i personaggi di “Kinds of Kindness” sono complessi e ricchi di sfaccettature, in una continua lotta tra dominazione e subordinazione. I personaggi tiranni e prevaricatori esercitano la loro influenza a discapito dei caratteri più deboli e sottomessi. La necessità di essere accettati in un gruppo e di ricevere amore ed attenzioni si scontra, spesso, con il bisogno di emancipazione, ma anche con la volontà di non tradire i propri ideali.

Al centro di tutto c’è sempre l’estrema urgenza di sentirsi amati e compresi, che può portare a gesti estremi e disperati. In tutte e tre le storie troviamo, infatti, personaggi fragili, scossi da avvenimenti traumatici o completamente plagiati, tanto da accettare qualsiasi cosa pur di non perdere le uniche dimostrazioni di affetto che ricevono. In molte scene, poi, come ogni film di Lanthimos che si rispetti, lo spettatore rimane confuso e sconcertato, arrivando a non approvare le scelte compiute dai personaggi del film. Eppure, il fulcro della cinematografia di questo regista è proprio il suo carattere divisivo e conturbante, che gioca sulle contraddizioni e sull’incoerenza dell’animo umano.

Lanthimos ha, infatti, la capacità di sorprendere, facendo uscire lo spettatore dalla sala del cinema con moltissimi spunti di riflessione. Anche (e soprattutto) questo l’ha reso uno dei registi più interessanti del panorama cinematografico contemporaneo. 

Stefania Berdei

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Stefania Berdei

Classe 2000, scrivo di tutto ciò che solletica la mia fantasia. Studio Mediazione linguistica e culturale, poiché penso che la diversità e la ricchezza culturale siano il motore del mondo. In attesa di un ritiro spirituale su un’isola tropicale, cerco di essere ogni giorno la versione migliore di me stessa. Nel resto del tempo, mi nutro di serie televisive, film e libri.
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