La dominazione araba in Sicilia
La penisola arabica è stata fin dall’antichità crocevia commerciale di rilevante importanza tra l’Oriente e l’Occidente, con molteplici civiltà sorte nell’arco dei secoli, che traevano profitti dalle rotte commerciali e con una certa vitalità politica e culturale.
Fu nella città di Makkah, diventata grande proprio grazie ai proventi dei commerci e dei pellegrinaggi, governata dalla potente famiglia della tribù dei Quraish, che verso il 570 circa nacque Maometto.
Appartenente ad una famiglia benestante e con una ricca moglie, si dedicò alla riflessione e nel 613 dopo aver concepito una nuova dottrina, cominciò la sua opera di diffusione, cambiando profondamente la storia del mondo.
Dedicò il resto della sua esistenza alla diffusione e sistemazione dei principi della nuova religione da lui professata, raccogliendo un vasto numero di proseliti, e utilizzando all’interno del nuovo credo, elementi propri delle tribù arabe, riuscendo ad unire le molte comunità indipendenti.
Indirizzò quindi l’energia della nuova comunità alla conquista progressiva dell’Arabia e delle popolazioni circostanti, che dopo la sua morte continuò e in breve tempo infatti gli arabi conquistarono un territorio di notevole estensione, dando vita a califfati, arrivando poi ad affacciarsi sul mediterraneo.
Dopo aver inflitto numerose sconfitte al fragile impero Bizantino, che già da anni aveva problemi sia sul piano politico che sociale, riducendo drasticamente i suoi possedimenti, gli arabi cominciarono a rivolgere i loro interessi verso l’Europa e non ebbero difficoltà ad espandersi.
Nel 711 valicarono lo stretto di Gibilterra e si dedicarono alla progressiva conquista della Spagna, in 5 anni gran parte del territorio fu sottomesso, fino in Gallia dove furono fermati e clamorosamente sconfitti nel 732 a Poitiers. Con la Spagna e la Tunisia sotto il loro controllo, gli arabi iniziarono azioni di pirateria e saccheggi in tutto il mediterraneo, soprattutto in Italia meridionale.
La Sicilia, terra fertile e in posizione strategica nel mediterraneo, attrasse i membri della dinastia degli Aghlabiti, che avviarono una serie di invasioni concluse solo nell’827, quando l’isola fu definitivamente conquistata e posta sotto il loro controllo per circa tre secoli.
Gli arabi vennero inizialmente respinti dai Bizantini che governavano l’isola e alcune città come Siracusa resistettero per molti anni, ma il loro esercito ben addestrato e fornito di numerosi uomini sconfisse le resistenze e città come Palermo, che divenne in seguito un punto centrale della nuova dominazione, Messina, e la stessa Siracusa caddero, nel 970 circa l’intera Sicilia era stata conquistata.
Dalla Sicilia furono per secoli lanciati attacchi al resto della penisola, dove furono creati piccoli domini stabili e continui saccheggi ai danni delle città circostanti. Ma fu sotto la dinastia degli Kalbiti, che in Sicilia si diffuse un intenso sviluppo commerciale e culturale, Palermo in particolare ebbe un forte impulso architettonico, con la costruzione di splendidi edifici e quartieri dove ferventi erano le attività commerciali.
L’agricoltura fu intensificata, arrivando ad un generale e diffuso livello di prosperità in tutta la regione, efficienti tecniche agricole consentirono la creazione di feconde piantagioni di cotone, canapa grano, ma anche frutta e ortaggi e l’introduzione di nuove coltivazioni come gli agrumi, i datteri i papiri, arrivando ad essere tra le più produttive e floride dell’Europa medievale.
L’abbondanza di acqua, di miniere e le coltivazioni fiorenti consentirono anche lo sviluppo di un’efficiente industria, in particolare la produzione di pregiati tessuti di seta e di lino caratterizzarono la produzione araba di quel periodo, richiesti ed esportati in gran parte dell’Europa.
La dominazione araba ha lasciato forti impronte, il grande sviluppo culturale riguardò anche la cultura e l’arte in particolare la poesia, tutt’oggi, particolarmente in Sicilia che fu la regione più a lungo dominata, si riscontrano visibili tracce di quel passato in molti ambiti.
Beatrice Gargiulo
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